GROSSETO - In un periodo di grande difficoltà per i giovani calciatori della provincia di Grosseto, sempre meno richiesti dai vivai del calcio che conta, la nostra rubrica sui personaggi sportivi di successo mette in evidenza uno degli ultimi giocatori arrivato in categorie di prestigio: stiamo parlando di Leonardo Blanchard, grossetano classe 1988, approdato nelle giovanili del Siena nel 2006 ed attuale pilastro della retroguardia del Frosinone. Il difensore, cresciuto nel vivaio del "vecchio" Sauro, fu segnalato alla società bianconera da una leggenda del calcio grossetano come Paolo Franceschelli. Nella città del Palio Blanchard è cresciuto tantissimo, migliorando sensibilmente le proprie abilità tecniche e sviluppando doti atletiche eccelse. Entrato nel giro della Primavera, dopo un anno di grandi prestazioni e numerosi gol in Berretti, il ragazzo grossetano si trasferisce a Poggibonsi dal grande amico, nonchè concittadino, Alessio Bifini. Seguiranno esperienze a San Gimignano, Pergocrema e Feralpisalò sempre sotto la costante supervisione del Siena. Dal 2012 Leonardo diventa una colonna di quel Frosinone protagonista di vecchie battaglie sportive con il Grosseto.
Leonardo Blanchard: professione?
"Calciatore, più precisamente difensore. Ricopro spesso il ruolo di terzino sinistro, ma la posizione che esalta le mie caratteristiche è senza dubbio quella di difensore centrale. Conosco "a memoria" questi due posizionamenti del pacchetto arretrato, che mi consentono di riuscire a trovare anche qualche soddisfazione sotto il profilo realizzativo".
Partito giovanissimo da casa: il tuo idolo da ragazzino?
"Ho sempre ammirato la straordinaria completezza di Pavel Nedved: un centrocampista totale, capace di raggiungere la doppia cifra in stagione e di mordere le caviglie degli avversari. Un professionista esemplare ed un calciatore formidabile.
Siena trampolino di lancio per una carriera da professionista: i ricordi più belli in maglia bianconera?
"Ce ne sono tantissimi, perchè ho avuto la fortuna di vivere in un ambiente che si è reso protagonista di numerosi campionati nella massima serie. Ricordo con grande emozione i primi allenamenti in prima squadra, la prima convocazione in Serie A e la maglia che scelsi per prendere parte alla gara: eravamo al San Paolo di Napoli, ricordo ancora le bordate di fischi dei 60 mila partenopei presenti sugli spalti."
A Grosseto, specialmente negli anni d'oro della Serie B, si è parlato spesso di un tuo approdo in maglia biancorossa...
"Qualche contatto, negli della serie cadetta, c'è stato: mai nulla di concreto, soltanto qualche timido approccio. Del resto, come si evince dalla recente storia biancorossa, il "profeta in patria" è un qualcosa che riscontra difficoltà enormi nella città di Grosseto. Inutile nascondere però che un giorno, magari per chiudere in maniera "romantica" la carriera, non disdegnerei di indossare la maglia della squadra della mia città . Magari con la fascia da capitano sul braccio."
Un sogno che potrebbe avverarsi in un futuro tutt'altro che immediato però, vista la carriera di un ragazzo ancora al top della proria avventura nel mondo del calcio: il suo obiettivo comunque, con cui conclude l'intervista, sottolinea un amore mai appassito per la propria città . Una città orogliosa di uno degli ultimi talenti sbocciati dalla Maremma calcistica.