“Angela, bella di nonna, scendi dalla madia, lo sai che non ci devi salire. Vieni dalla nonna, non essere sempre capricciosa. Oggi è domenica, facciamo i cavatelli, ti piacciono tanto, ma non li devi tirare…”
Li cavatelli di nonna Milla.
Nonna lessava le patate, poi prendeva la spianatoia che stava sulla madia, versava la farina a fontana e sopra schiacciava le patate col passaverdura. Impastava con calma, diceva che le patate non avevano fretta. Poi faceva tanti tocchetti e con le dita velocemente faceva lì cavatelli. Nel frattempo aveva preparato dalla mattina un bel sugo fatto con la carne, il macinato, pezzi di pollo, salsiccia. Intanto che aspettava che l’acqua bollisse, terminava di fare gli gnocchi. Appena bolliva versava pochi per volta li cavatelli, come venivano a galla li scolava e li versava in una grossa zuppiera. Poi li copriva, che non si potevano toccare. Apparecchiava e appena nonno Angelo entrava in casa cantando ecco si poteva mangiare. Ancora ricordo il sapore e se chiudo gli occhi sento anche il profumo.