FIRENZE - "Dalla politica e dagli enti locali stiamo assistendo a un esercizio di indebite pressioni che rischiano di influenzare, oltre che di rallentare, il parere del Consiglio del Parco della Maremma circa il piccolo impianto a biogas che una delle aziende che operano nell’area protetta di Alberese vorrebbe attivare a proprio uso. E’ un errore: l’equilibrio economico del parco è delicatissimo e va tutelato. Per questo auspichiamo che il Consiglio del Parco, unico titolato a decidere sulla questione, non subisca le pressioni della politica, segnatamente del Pd locale e dei sindaci, ma si attenga alle prescrizioni contenute nella bozza di Piano energetico in fase di approvazione in Regione e al pronunciamento della comunità scientifica del Parco la quale ha espresso parere positivo".
E’ Andrea Agresti, Consigliere regionale del Nuovo Centrodestra e Vicepresidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, che si esprime in questi termini sul caso della creazione di un impianto a biogas all’interno di una delle imprese agricole attive nell’area.
Si tratterebbe di un impianto piccolo, 100 kilowatt appena o giù di lì, che consentirebbe all’azienda privata di recuperare energia dai propri scarti di produzione. L’impatto? Proprio minimo, tanto che persino la Comunità scientifica del Parco ha già dato il via libera con solo lievi prescrizioni. Ora però è tutto fermo, con scudi alzati da parte degli esponenti locali del Pd, del sindaco di Grosseto e dell’assessore provinciale Siveri.
"La normativa che stiamo approvando in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, ovvero il Paer – spiega Agresti – non vieta che in aree protette vengano attivati impianti a biogas fino a portata ben superiore a quello richiesto ad Alberese. La legge andrà dunque in questo senso. Oltre a ciò – prosegue l’esponente del Nuovo Centrodestra – tengo a ricordare che i Comuni e gli enti locali in genere non hanno alcuna competenza sulla questione, che attiene esclusivamente al Consiglio del Parco. E allora: cosa si aspetta? Non vorremmo che le pressioni esercitate dalla politica influenzassero la decisione del Consiglio né quanto ai tempi, né quanto al merito. Per questo invitiamo la politica a fare un passo indietro rispetto alla questione e a non penalizzare gli interessi dei cittadini che fanno impresa in area protetta con mille vincoli oltretutto fuori norma, basati su pregiudizi di principio e non fondati su parametri tecnico-scientifici".
Agresti chiede insomma dal Consiglio del Parco un atto di coraggio: "Sarebbe grave – afferma – se l’organismo decisionale del Parco dovesse cedere a una politica che tenta di tirarlo per la giacchetta. Se da parte del Consiglio mancherà il coraggio di approvare il progetto del piccolo impianto a biogas in tempi congrui – conclude l’esponente Ncd – l’unica via rimarrà la redazione di una variante al Piano del Parco, che comunque è antiquato e avrebbe necessità di una rimodulazione complessiva. Ciò però, mentre darebbe sì gli effetti desiderati, comporterebbe tempi biblici per le esigenze economiche e imprenditoriali presenti nell’area, col rischio di compromettere la tenuta del microsistema economico territoriale".
"La normativa che stiamo approvando in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, ovvero il Paer – spiega Agresti – non vieta che in aree protette vengano attivati impianti a biogas fino a portata ben superiore a quello richiesto ad Alberese. La legge andrà dunque in questo senso. Oltre a ciò – prosegue l’esponente del Nuovo Centrodestra – tengo a ricordare che i Comuni e gli enti locali in genere non hanno alcuna competenza sulla questione, che attiene esclusivamente al Consiglio del Parco. E allora: cosa si aspetta? Non vorremmo che le pressioni esercitate dalla politica influenzassero la decisione del Consiglio né quanto ai tempi, né quanto al merito. Per questo invitiamo la politica a fare un passo indietro rispetto alla questione e a non penalizzare gli interessi dei cittadini che fanno impresa in area protetta con mille vincoli oltretutto fuori norma, basati su pregiudizi di principio e non fondati su parametri tecnico-scientifici".
Agresti chiede insomma dal Consiglio del Parco un atto di coraggio: "Sarebbe grave – afferma – se l’organismo decisionale del Parco dovesse cedere a una politica che tenta di tirarlo per la giacchetta. Se da parte del Consiglio mancherà il coraggio di approvare il progetto del piccolo impianto a biogas in tempi congrui – conclude l’esponente Ncd – l’unica via rimarrà la redazione di una variante al Piano del Parco, che comunque è antiquato e avrebbe necessità di una rimodulazione complessiva. Ciò però, mentre darebbe sì gli effetti desiderati, comporterebbe tempi biblici per le esigenze economiche e imprenditoriali presenti nell’area, col rischio di compromettere la tenuta del microsistema economico territoriale".