GROSSETO - Oltre 70 mila cittadini hanno firmato la petizione di Libera e Gruppo Abele per chiedere una buona legge sul reddito minimo o di cittadinanza e la mobilitazione ora scende in piazza: Libera e Gruppo Abele promuovono insieme alle realtà sociali e studentesche domani, sabato 6 giugno, la giornata nazionale della dignità e per il reddito. In oltre 150 piazze, dal Nord al Sud, saranno organizzati banchetti, iniziative, feste per raccogliere le firme per l'istituzione del reddito minimo o reddito di cittadinanza contro la povertà e le diseguaglianze e per contrastare le mafie.
A Grosseto, domani 6 giugno, il coordinamento locale dell'associazione di Don Ciotti sarà presente al mattino dalle ore 10 alle 13 al Caffè Ricasoli (via Ricasoli, 20) mentre dalle 15 alle 22 il banchetto informativo si sposterà alla Festa del Sacro Cuore. Nei due punti informativi sarà possibile firmare la petizione per l'istituzione del reddito minimo e ricevere le informazioni su questa campagna e sulle attività di Libera.
Il 6 giugno è importante essere nelle piazze d'Italia con Libera e Gruppo Abele per un richiesta chiara: il Parlamento approvi subito una buona legge per il reddito minimo o di cittadinanza per contrastare povertà , diseguaglianze e mafie. L'appello ha già ottenuto l'adesione di tutti i gruppi parlamentari del M5S, di Sel, di Area Riformista del Pd e di altri parlamentari del gruppo misto .Il reddito minimo o di cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati.
"Il reddito minimo o di cittadinanza-concludono Libera e Gruppo Abele- è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l'esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un "reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva".