Grosseto: Da tempo la Guardia Costiera, da sempre impegnata a contrastare aspramente gli illeciti in materia di pesca, stava monitorando il Canale di Ansedonia sulle tracce di una banda di ladri dedita ad una vera e propria razzia di vongole.
Ed oggi pomeriggio una squadra composta da personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano e di quello locale di Orbetello, con il supporto del Comandante del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Orbetello, è riuscita ad intercettare gli autori della pesca illegale “in immersione”.
Armati di muta e bombole, infatti, era praticamente impossibile accorgersi della loro presenza durante il consumarsi dell’azione criminosa, né agli occhi dell’ignaro passante destava sospetto un gruppo di subacquei che, in pieno giorno ed in una zona altamente frequentata in questa stagione - come la strada di accesso alle spiagge della nota località turistica -, si preparava ad un’immersione.
Peccato che quello specchio acqueo è coperto da un diritto di pesca esclusiva in capo al Comune di Orbetello, a sua volta volturato in favore della Cooperativa Orbetello Pesca Lagunare, per specie ittiche pregiate quali spigole ed orate.
Ecco perché chi pesca in quella zona, oltre a macchiarsi di reati in violazione alla normativa di settore, commette un vero e proprio furto.
Ma l’attrattiva era troppo forte: realizzare in poche ore oltre 50 Kg di vongole veraci da immettere, poi, sui mercati di Roma e Civitavecchia con un alto realizzo di guadagno, considerato anche il basso investimento – muta e bombole – per gli “attrezzi” da pesca impiegati.
Gli uomini fermati sono tre giovani di origine campana della zona di Ercolano risultati noti alle forze dell’ordine per diversi precedenti penali. Così vi sono stati momenti di tensione all’atto dell’intercettazione, con una fuga degli stessi tra la vegetazione intorno al canale dopo una rapida emersione dalle acque.
Recuperati anche 12 Kg di vongole quale bottino realizzato in appena un’ora di attività che avevano subito gettato via, sperando forse di sottrarsi agli agenti della Guardia Costiera.
Ed invece, oltre al sequestro del prodotto ed alla elevazione di oltre tremila euro di sanzione amministrativa, i tre colti in flagrante sono stati deferiti immediatamente alla Procura di Grosseto per i reati commessi.
Il rischio per la collettività in generale è sempre l’immissione in commercio di prodotto ittico non tracciato e, come tale, non controllato e conseguentemente non sicuro.
Ancora una volta, a fronte di simili episodi espressione di un persistente fenomeno di commercializzazione illegale di prodotti ittici, il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano raccomanda agli operatori del settore presenti sul territorio locale, quali ristoranti e pescherie, di diffidare da chiunque proponga prodotti ittici di dubbia provenienza.