Partecipa a GrossetoOggi.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Matrimonio gay, il Vescovo Rodolfo in una lettera: "Non si tratta di una semplice trascrizione"

"In una materia così complessa si sarebbe dovuto esprimere il parlamento"

Condividi su:
GROSSETO - Una lettera che il Vescovo Rodolfo ha voluto scrivere e diffondere tra sacerdoti, diaconi, religiosi, referenti dei movimenti laicali e operatori pastorali della Diocesi di Grosseto. Una riflessione pastorale suscitata dal dibattito su alcuni fatti di questi giorni per cui invita a tenere sempre un atteggiamento positivo di annuncio della fede e del Vangelo.

Di seguito il testo integrale della lettera:

"Come Pastore di questa comunità ecclesiale condivido con voi l’impegno che ci è affidato: continuare ad annunciare il vangelo della bellezza delle nozze tra un uomo e una donna (matrimonio) come strada alla realizzazione della piena felicità che nasce e si completa nella complementarietà tra i sessi.
È la Scrittura che ci richiama a questo: “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen. 1,27). In questa somiglianza con Dio e nel reciproco dono di amore si esprime la realtà e la missione della differenza sessuale.
È dono affidato all’umanità intera. Nel messaggio biblico-cristiano si carica anche del valore sacramentale: diventa manifestazione dell’amore di Dio. Come comunità cristiana siamo chiamati ad approfondire questa convinzione e a manifestarla con la vita e con la parola.
Coscienti anche che è un tesoro affidato a noi come a vasi di creta, siamo chiamati ad impegnarci tutti, laici e clero, in un cammino educante, in una applicazione attuale, in un linguaggio comprensibile al nostro tempo.
È la fatica e la gioia del nostro lavoro pastorale in famiglia, in parrocchia, in ogni segmento del nostro vivere.
Come cittadini di una comunità civile, ci meraviglia, come in altri casi, il fatto che invece che il Parlamento italiano sia la sentenza di un tribunale ad intervenire in una materia così complessa e intorno alla quale si confrontano sensibilità diverse e orientamenti culturali differenti. Non è questione solo di una trascrizione burocratica.
Ho timore che sia un altro tassello che contribuisce al senso di sfiducia in quelle che sono le Istituzioni portanti della nostra società democratica, chiamate dalla Costituzione ad essere luogo di confronto, di mediazione e di sintesi legiferata per il bene comune. Si moltiplicano i casi in cui questo avviene e si sgretola, così, il senso di appartenenza civile.
La missione della Chiesa è di condividere e servire la storia degli uomini e delle donne di ogni tempo con umiltà, misericordia e ricerca di espressione della Verità nel dialogo accogliente e fecondo, nell’amore mai giudicante.
È lo stile di Papa Francesco, che ci insegna a stare con la gente. Egli ci chiama, come comunità ecclesiale, a vivere questa realtà, a riflettere su questi temi,
ad affrontarli ed interpretarli in maniera evangelica.
Anche nella ricchezza e nella “bontà della differenza sessuale” (cfr. Lumen Fidei, 52) si può
costruire un’autentica cultura dell’incontro.
Questo riguarda in particolare la famiglia, che nasce dal matrimonio fra uomo e donna, e che sta attraversando una profonda crisi. Essa è chiamata a riscoprire il bene che la costituisce ed esserne espressione oggi. Per questo il Papa ha indetto il prossimo Sinodo sulla Famiglia. Aldilà dei singoli eventi, sempre complessi e in evoluzione, restiamo in un rapporto aperto e fraterno con tutti. I giorni che viviamo sono il quadro in cui siamo chiamati a riscoprire e vivere il Vangelo. E questo sia sempre il nostro più profondo desiderio".
Condividi su:

Seguici su Facebook