FOLLONICA - Conclusa un’articolata attività investigativa, che ha permesso di bloccare un’organizzazione criminale specializzata in estorsioni e rapine. L’operazione, nominata Cassandra, prendendo spunto dal soprannome del capo, S.X., macedone di 34 anni, tratto in arresto insieme al complice B.F., connazionale di 26 anni, ha preso il via lo scorso mese di dicembre.
Tutto è iniziato grazie ad una denuncia presentata da due cittadini macedoni, residenti nella provincia di Livorno, rimasti vittime di un’estorsione e di una rapina, avvenuta a Follonica il 26 e il 27 dicembre scorso e messa in atto da un gruppo di 8 connazionali. Le indagini, scattate pochi giorni dopo, anche tramite intercettazioni telefoniche, hanno permesso ai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Massa Marittima di poter identificare i delinquenti e riscontrare altri 2 casi di estorsione, commessi in aggiunta agli episodi denunciati.
I militari hanno così scoperto che i componenti della banda ricattavano i propri connazionali chiedendo cifre comprese tra i 300 e i 5 mila euro, come formula di risarcimento personale per aver partecipato alle guerre balcaniche, anziché emigrare in Italia come le proprie vittime.
Alle intimidazioni si aggiungevano anche minacce di vendetta trasversale verso i famigliari rimasti nel paese natale. Tra le figure di spicco dell’organizzazione, impegnata ad ottenere il pieno controllo della comunità macedone residente nel follonichese, oltre al leader S.X., su cui pende anche un ordine di cattura emesso dalla Corte di Base di Skopje ed una condanna a 5 anni di reclusione per omicidio, altri indagati, oltre a 4 persone già identificate, sono Z. X. e B. X., rispettivamente fratello e cugino di “Cassandra”, denunciati in stato di libertà per delitti di associazione per delinquere, rapina ed estorsione, ma che risultano in Macedonia già dai primi giorni dello scorso mese di gennaio.
Il capo dell’organizzazione e il complice B.F., sulla scorta degli elementi indiziari raccolti dall’Arma di Massa Marittima, dopo esser stati rintracciati dai militari nel proprio domicilio, sono stati ristretti nella Casa Circondariale di Grosseto.
I militari hanno così scoperto che i componenti della banda ricattavano i propri connazionali chiedendo cifre comprese tra i 300 e i 5 mila euro, come formula di risarcimento personale per aver partecipato alle guerre balcaniche, anziché emigrare in Italia come le proprie vittime.
Alle intimidazioni si aggiungevano anche minacce di vendetta trasversale verso i famigliari rimasti nel paese natale. Tra le figure di spicco dell’organizzazione, impegnata ad ottenere il pieno controllo della comunità macedone residente nel follonichese, oltre al leader S.X., su cui pende anche un ordine di cattura emesso dalla Corte di Base di Skopje ed una condanna a 5 anni di reclusione per omicidio, altri indagati, oltre a 4 persone già identificate, sono Z. X. e B. X., rispettivamente fratello e cugino di “Cassandra”, denunciati in stato di libertà per delitti di associazione per delinquere, rapina ed estorsione, ma che risultano in Macedonia già dai primi giorni dello scorso mese di gennaio.
Il capo dell’organizzazione e il complice B.F., sulla scorta degli elementi indiziari raccolti dall’Arma di Massa Marittima, dopo esser stati rintracciati dai militari nel proprio domicilio, sono stati ristretti nella Casa Circondariale di Grosseto.