FOLLONICA – C'è un filo che lega il Quebec, lontana e fredda provincia canadese, con l'Italia e quel filo ha un nome: Marco Calliari.
Cantante e musicista, Marco è nato da genitori italiani nella terra della Regina madre, all'interno della popolosa comunità italica presente nel Quebec dove, a 14 anni, si orienta verso la musica heavy metal fondando insieme ad altri compagni il gruppo Anonymus, con il quale riscuote successo di genere.
Nel 2004 però arriva la svolta, segnata dal bisogno di sperimentare l'attrazione che la world music suscita in Marco, così parte “Che la vita”, un album ispirato al folklore del suo paese d'origine che lo fa balzare verso un'inaspettata notorietà e lo consacra come showman d'eccezione. Seguono altri 3 album, “Mia dolce vita” nel 2006, “Al faro est” del 2010 e “Mi ricordo” del settembre 2013 che lo fanno conoscere a livello internazionale, insieme ai suoi concerti e partecipazioni in Francia, Svizzera, Belgio e Germania nonché naturalmente l'Italia, dove si esibisce insieme ai gruppi Bandabardò e Matti delle Giuncaie.
Ma cos'è che spinge così in alto Marco Calliari? Quel qualcosa per cui è difficile inquadrarlo: il suo stile, basato sul cantare canzoni tipiche del Quebec..in italiano, qualcosa che in Italia certo non siamo abituati né a vedere né tantomeno sentire, un cantante che rivisita le canzoni italiane, più o meno conosciute, e le riarrangia a suo modo non badando a a chi ha scritto o cantato prima la canzone: la prende e la fa sua, con i testi e le musiche che cambiano forma e colore, in un vorticoso ritmo senza sosta. Abbiamo incontrato Marco a Follonica, durante una sua esibizione estemporanea alla Taverna di Pulcinella, locale da poco rinnovato che ha voluto a tutti i costi “l'italiano del Quebec”, che per l'occasione è stato accompagnato dalla folk band “I Matti delle Giuncaie”. Abbiamo così assistito alle sue performances, un “one man show” a base di “rigodon et tarantelle” come è stato chiamato nella sua terra natale.
“Mi sento straniero, per la mia storia passata - esordisce – ma vivo la mia storia italiana raccontandola attraverso le canzoni e i miei concerti”. Renato Carosone è il maestro ispiratore di Marco, per il suo stile “e a mio modo anche io porto la canzone italiana a giro per il mondo – racconta - ma apprezzo molto anche la voce rauca di Vinicio Capossela”.
Sempre legato all'Italia, nella quale non manca di venire almeno due volte l'anno, ci parla di una speranza verso la terra dei suoi genitori: “Io ci credo ancora in questo paese, come allo scambio di culture – afferma –. Voglio aiutare a dare una spinta alla gente, come avviene in Quebec, dove la comunità italiana si aiuta a vicenda”. Unico nel suo genere, Marco sente il peso del successo, a livello internazionale, del suo inconfondibile modo di fare musica, accompagnato da più strumenti: “Mi piace pensare di fare world music all'italiana – ci dice entusiasta – ma imparando sempre dagli altri, per costruire tutto dal niente”. Nell'attesa del suo nuovo progetto, che lo vedrà cantare e suonare insieme a ben 3 musiciste, Marco Calliari sarà ospite questa sera a Massa Marittima, sempre insieme ai Matti delle Giuncaie, al Pub dei Fantasmi per la serata Quebec Mon Amour”.