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Follonica, La Duna: "Come vive il Parco di Montioni?"

L'associazione amnientalista denuncia le problematiche legate alla gestione dell'ente

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FOLLONICA - L'associazione di tutela ambientale di Follonica interviene sulla questione del Parco interprovinciale di Montioni, in seguito all'incontro-dibattito sulle sue problematiche organizzato sabato scorso dalla cooperativa sociale Il Nodo. "Diceva una canzone di Venditti 'Ma le domande non hanno mai avuto una risposta chiara'. Questo il senso di quello che abbiamo capito dal convegno di ieri a Montioni. Nella locandina c'erano tutti, amministratori, relatori, presentazione e tavola rotonda. Di tutto questo è rimasto un bel dibattito tra noi del pubblico e i relatori, visto che qualche amministratore proprio non c'era e gli altri sono stati poco, il tempo di enunciare poche notizie e poi impegni più urgenti li hanno chiamati verso altri lidi. Cosa è venuto fuori: questo parco non si sa di cosa vive, come vive e perchè vive. Sopratutto non sappiamo ancora se esiste davvero, perchè nulla lo fa supporre visto lo stato di abbandono in cui versa. Troppe competenze, mancanza di confronto tra i comuni e le province che lo compongono, mancanza di fondi o inadeguatezza nel ricercarli, nessun controllo e una pianificazione che, a pochi anni dalla sua nascita, è già in ritardo con i tempi. Almeno a detta del presidente Pacini nei 31 minuti del suo intervento, prima della partenza per altra destinazione. Comunque ha avuto anche il tempo per dire, tra le altre notizie, che serve una maggiore responsabilità della politica e degli amministratori verso questo parco, che una sentieristica sarà finanziata anche se non si è capito bene dove, che ci saranno una dozzina di cartelli stradali ad indicare che si entra nel Parco di Montioni. Saranno possibili anche eventi in concomitanza con l'anniversario di Napoleone all'Elba, vista la importante presenza della sorella Elisa nel borgo che dà in nome al parco".

La Duna lamenta la poca partecipazione da parte delle Istituzioni al dibattito e evidenzia le problematiche legate alle gestione del Parco: "Dopo è seguito il dibattito tra noi del pubblico, con le interessanti relazioni della Parchi Valdicornia, che auspica un'unione tra le due aree protette e il loro riconoscimento come Parco Regionale, e della direttrice del parco nazionale minerario delle Colline Metallifere che ha spiegato la stretta conessione tra le aree protette esistenti del territorio. Interessanti osservazioni quelle che facevano notare che il parco non ha un suo logo, non ha una sentieristica ben segnalata e curata, ha un piano del parco realizzato dopo tanti sforzi, mai messo in atto e che ora viene giudicato già vecchio, ha una gigantesca cava/discarica al suo centro dove una miriade di camion conferisce rifiuti industriali dallo stabilimento del Casone di Scarlino. Veniva anche fatto notare che gli Uffici pubblici che rilasciano pareri e permessi sembrano non conoscere il piano del Parco, vincolante per ogni atto che si intende intraprendere nel territorio su cui insiste. Alla fine i rappresentanti del parco-canile di Follonica avevano intenzione di chiedere perchè il canile del Martellino a Follonica non potesse continuare ad esistere all'estremo sud del parco, ma la domanda, come le altre, è rimasta senza risposta. Speriamo il prossimo anno ci sia un poco più di tempo. Sempre se il parco ci sarà ancora, perchè con questi amministratori c'è davvero da dubitarne".

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