SCARLINO - La scorsa settimana presso il Comune di Scarlino si è tenuto un incontro tra i segretari di CGIL, CISL, UIL (Santini, Della Spora, Granelli) del settore chimici e le relative componenti della RSUFulc dello stabilimento Huntsman Tioxide, con il sindaco Bizzarri, il vicesindaco Stella e l’assessore alle attività produttive Destri.
“I sindacati hanno presentato il quadro generale del contesto aziendale organizzativo – dice il Sindaco Bizzarri - e quello relativo agli investimenti del nuovo progetto in corso di costruzione denominato Marte e alle nuove acquisizioni del gruppo a livello mondiale.
Per quanto riguarda l'aspetto produttivo, la marcia dell'impianto prevista per il 2014 è di circa 70.000 tonnellate, in linea con le richieste del mercato che appare in risalita. La ripresa della domanda di biossido di titanio, dopo un periodo di marcia a 2 linee, ha creato qualche problema a livello manutentivo e non permette di soddisfare completamente le richieste del mercato.
I livelli occupazionali sia diretti che delle imprese appaltanti sono invece pressochè stabili.
Le nuove acquisizioni a livello di gruppo, assieme all'annoso problema dello smaltimento dei gessi creano qualche preoccupazione tra i lavoratori per il processo di competitività che potrebbe innescare tra i siti produttori di biossido di titanio, in termini di costi e del riutilizzo dei residui.
Il progetto Marte è in fase di completamento e permetterà oltre ad altri vantaggi sulla attività produttiva, una riduzione di circa il 15 % dei residui di lavorazione.
Le varie opzioni di riduzione o possibilità di riutilizzo degli stessi e delle sperimentazioni (Progetto Marte, kapping discariche, fertilizzanti...ecc), pur apprezzabili, non riducono i volumi in maniera tale da consentire la chiusura del ciclo e il non utilizzo della messa a discarica dei gessi.
Rimane, quindi, una forte preoccupazione per l'inesorabile diminuzione degli attuali spazi sulla cava di Montoni per la messa a terra dei gessi, che comporterebbe in maniera inequivocabile la fermata dell'attività di produzione entro pochi mesi.
Tenuto conto dell'importanza strategica del polo industriale di Scarlino, la fermata della Tioxide comporterebbe un effetto domino sulle altre attività produttive e sui servizi coinvolgendo centinaia di addetti che lavorano, direttamente o indirettamente, nel sito della piana di Scarlino.
Si rende quindi necessario a breve - conclude Bizzarri - aprire un confronto tra il sindacato e le istituzioni a livello locale e sovracomunali (Provincia e Regione) oltre che con i vertici aziendali della multinazionale, al fine di pianificare soluzioni durature nel tempo, che abbiano come obiettivo la reale diminuzione dei gessi, la sostenibilità ambientale e il mantenimento dei livelli occupazionali attuali: visto la grave crisi che attanaglia il nostro paese, non possiamo certo permetterci ulteriori perdite di posti di lavoro”.
Per quanto riguarda l'aspetto produttivo, la marcia dell'impianto prevista per il 2014 è di circa 70.000 tonnellate, in linea con le richieste del mercato che appare in risalita. La ripresa della domanda di biossido di titanio, dopo un periodo di marcia a 2 linee, ha creato qualche problema a livello manutentivo e non permette di soddisfare completamente le richieste del mercato.
I livelli occupazionali sia diretti che delle imprese appaltanti sono invece pressochè stabili.
Le nuove acquisizioni a livello di gruppo, assieme all'annoso problema dello smaltimento dei gessi creano qualche preoccupazione tra i lavoratori per il processo di competitività che potrebbe innescare tra i siti produttori di biossido di titanio, in termini di costi e del riutilizzo dei residui.
Il progetto Marte è in fase di completamento e permetterà oltre ad altri vantaggi sulla attività produttiva, una riduzione di circa il 15 % dei residui di lavorazione.
Le varie opzioni di riduzione o possibilità di riutilizzo degli stessi e delle sperimentazioni (Progetto Marte, kapping discariche, fertilizzanti...ecc), pur apprezzabili, non riducono i volumi in maniera tale da consentire la chiusura del ciclo e il non utilizzo della messa a discarica dei gessi.
Rimane, quindi, una forte preoccupazione per l'inesorabile diminuzione degli attuali spazi sulla cava di Montoni per la messa a terra dei gessi, che comporterebbe in maniera inequivocabile la fermata dell'attività di produzione entro pochi mesi.
Tenuto conto dell'importanza strategica del polo industriale di Scarlino, la fermata della Tioxide comporterebbe un effetto domino sulle altre attività produttive e sui servizi coinvolgendo centinaia di addetti che lavorano, direttamente o indirettamente, nel sito della piana di Scarlino.
Si rende quindi necessario a breve - conclude Bizzarri - aprire un confronto tra il sindacato e le istituzioni a livello locale e sovracomunali (Provincia e Regione) oltre che con i vertici aziendali della multinazionale, al fine di pianificare soluzioni durature nel tempo, che abbiano come obiettivo la reale diminuzione dei gessi, la sostenibilità ambientale e il mantenimento dei livelli occupazionali attuali: visto la grave crisi che attanaglia il nostro paese, non possiamo certo permetterci ulteriori perdite di posti di lavoro”.