Partecipa a GrossetoOggi.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Monna Lisa antenata della famiglia Guicciardini Strozzi

Ricostruito l’albero genealogico delle casate proprietarie della tenuta che produce vino da più di mille anni

Condividi su:
SAN GIMIGNANO - Per risolvere il mistero della Monna Lisa non c’è bisogno di andare troppo lontano. Basta restare in Toscana. Da un’approfondita indagine storico genealogica, Natalia e Irina Strozzi sono considerate oggi, dopo varie generazioni, le discendenti dirette della Gioconda.
Ma per capire meglio come è stato possibile rintracciare il rapporto di parentela con colei che ispirò Leonardo da Vinci è necessario ripercorrere la storia facendo alcuni passi indietro.
Molti studiosi, da 500 anni a questa parte, sostengono che la Gioconda sia Lisa di Anton Maria di Noldo Gherardini, ovvero Madonna Lisa, da cui l’abbreviazione Monna Lisa, moglie di Francesco Bartolomeo del Giocondo. La nobile, nata nel 1479 a Firenze, abitava come Leonardo da Vinci, pur se per un breve tempo, in un’abitazione vicina a piazza della Signoria, e fu indicata da Giorgio Vasari come il soggetto raffigurato nel ritratto più misterioso della storia. Della sua vita, oltre alle informazioni fornite dal famoso architetto e pittore fiorentino sappiamo ben poco: Madonna Lisa ebbe 3 figli dal matrimonio, tra cui i 2 maschi Piero e Andrea. Ma alla fine del 17° secolo il ramo della famiglia Del Giocondo si estinse, mantenendosi comunque con le discendenti che ampliarono l’albero genealogico della casata. Fu in questo periodo che Maddalena del Giocondo sposò Niccolò del Garbo. Uno dei figli, Baccio del Garbo, prese poi in moglie Lisabetta dè Mozzi dando il via alla discendenza Mozzi del Garbo, la cui casata, come quella successiva dei Bombici Pontelli, custodì documenti dell’archivio personale di Monna Lisa che citavano anche l’esistenza di un ritratto della donna.
E proprio dalla contessa Maria Luisa Guicciardini, legata alla famiglia Bombici Pontelli, il filo rosso ci conduce alle nipoti Natalia e Irina Strozzi Guicciardini, quindicesima generazione di discendenza, che coltivano un profondo interesse per le arti: dalla danza alla musica.
La prima, Natalia, è infatti ballerina di danza classica, attrice di teatro e cinema e autrice di un’autobiografica di successo, “Facile da ricordare”, tradotta anche in russo. Irina, pianista, laureata alla Bocconi, si esibisce spesso in concerti di musica classica. Ma i loro interessi non si limitano all’attività artistica. Entrambe si occupano infatti della storica tenuta di Cusona, a pochi chilometri da San Gimignano, che da secoli, prima ancora che fosse realizzata la Gioconda, produce vino e olio apprezzati in tutto il mondo.
Il documento che testimonia l’esistenza della fattoria di Cusona, che oggi intreccia la storia delle due famiglie Strozzi e Guicciardini, risale infatti all’anno 994. Ma fu soprattutto alla fine dell’ottocento che la tenuta diventò un’azienda modello grazie al conte Francesco Guicciardini, al tempo sindaco di Firenze e poi Ministro dell’agricoltura e degli affari esteri, che dotò Cusona di macchinari e tecniche di coltivazione all’avanguardia.
Una passione che fu ereditata anche dal figlio Piero Guicciardini, che oltre a rifornire la tenuta del primo trattore Fiat, unico all’epoca in Toscana e ancora oggi conservato nell’azienda, nel 1933, in occasione della nascita del suo primogenito, stabilì il primo imbottigliamento della Vernaccia in una bottiglia bordolese, tutt’oggi prodotta a Cusona per ricordare l’antenato. 
Fu poi, negli anni settanta, il principe Girolamo Guicciardini Strozzi a dare il via alla commercializzazione dei vini, esportando la vernaccia, e non solo, in tutto il mondo, per poi espandere l’attività vitivinicola, dal 1998, a Pantelleria e nella Maremma Toscana tra Bolgheri, Scansano e Montemassi, stabilendo la nascita ufficiale delle Tenute Guicciardini Strozzi.
Non è un caso, quindi, che nel 1972 il principe sia stato nominato presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, che nel 1966 aveva ottenuto anche la prima denominazione di origine controllata conferita in Italia ad un vino.
Oggi, la tenuta Guicciardini-Strozzi produce 22 diverse etichette e conserva, tra quelle di maggior prestigio, proprio la Vernaccia di San Gimignano, che vanta una produzione importante sin dal medioevo. Motivo per cui le origini del vitigno restano ancora poco chiare. Riscoperta soprattutto nel secondo dopoguerra, dopo esser stata decantata nel periodo rinascimentale da Dante, Michelangelo e Boccaccio, il primo imbottigliamento in una bottiglia bordolese si deve proprio a Piero Guicciardini, nel 1933, che riportò la vernaccia agli antichi splendori.
 
Alcune curiosità
 
Per alcuni il vitigno della vernaccia è stato introdotto in Liguria intorno al 1.200 da un tale Vieri de’ Bardi. Per altri il nome deriva dal latino vernaculum, traducibile con locale, per indicare i prodotti tipici di un territorio. Tra i rossi storici prodotti da Guicciardini Strozzi: il Sòdole, 100% sangiovese e il Millanni, un assemblaggio di sangiovese, cabernet sauvignon e merlot, nato per celebrare i mille anni della Tenuta.

Entrambe le famiglie, proprietarie della tenuta, hanno origini storiche. Gli Strozzi, che oggi rappresentano un ramo della famiglia Guicciardini, legato al grande storico fiorentino Francesco Guicciardini, furono potenti banchieri durante il periodo rinascimentale. Dopo esser stati esiliati da Firenze, rientrarono nell’attuale capoluogo toscano edificando il Palazzo Strozzi.
In seguito, nel 17° secolo, i discendenti delle due casate Strozzi Guicciardini si unirono in matrimonio a Londra con i Marlborough, la famiglia di Sir Winston Churchill.
Condividi su:

Seguici su Facebook