FOLLONICA – Si è tenuto ieri pomeriggio nella sala del Casello Idraulico l'incontro “Lavoro e diritti” organizzato dal circolo di Rifondazione Comunista di Follonica, dove i cittadini hanno potuto ascoltare e confrontarsi con i rappresentanti RSU delle aziende Mabro di Grosseto e Lucchini di Piombino. Moderatrice del dibattito la giornalista del Tirreno Valeria Parrini, che dopo un brevissimo preambolo ha introdotto i relatori presenti al tavolo d'incontro: il Segretario del circolo PRC Follonica Gabriele “Gabri” Bartoletti, il Segretario FIOM per la provincia di Livorno Luciano Gabrielli, il responsabile area lavoro naz.le PRC Alessandro Favilli, il lavoratore Lucchini Mario Lami e i rappresentanti RSU Mabro Francesca Ferrari, Maurizio Giuliarini, Manola Mengozzi e Nadia Perino. Assente il Segretario alla Camera del Lavoro Grosseto ed esponente CGIL Claudio Renzetti, un'assenza che ha generato forti polemiche e grande disappunto nelle lavoratrici Mabro e in molti dei presenti, che da Renzetti aspettavano risposte sulla sorti dell'azienda di Grosseto e una presenza tangibile accanto a loro, una mancata battaglia per il lavoro che ormai da anni viene rinfacciata allo storico sindacato nelle provincie di Grosseto e Livorno, anche con toni espliciti come successo oggi. Tempi durissimi per le due aziende, dove il “NO” delle maestranze ha prodotto un barlume di speranza, come sottolinea Gabrielli della FIOM: “abbiamo detto tante volte di no, per questo l'altoforno Lucchini è ancora in funzione, scenderemo ancora in campo – precisa Gabrielli – se non avremo assicurazioni, una nuova politica industriale è assolutamente necessaria per far fronte allo scenario odierno”. Simile situazione per la Mabro di Grosseto, “una vicenda anomala – racconta Nadia Perino – dove pretendono di presentare in meno di una settimana un adeguato piano aziendale, senza contare gli spazi contrattuali senza un solo ammortizzatore sociale, siamo esterrefatte”. Le lavoratrici grossetane parlano della loro battaglia, che ha provocato scalpore, non rassegnate ad un futuro che le avrebbe viste, secondo progetti per la dismissione, impiegate a fare le pulizie o in altri settori a loro non consoni: “si aspettavano sudditanza – sottolinea Francesca Ferrari – ma noi continuiamo a dire no a chi ha progetti diversi per noi”. Lavoro, ma sopratutto diritti nel lavoro, una precisa richiesta che dovrebbe essere per tutti, in un momento così drastico dove molti, per non rimanere a casa, accettano condizioni lavorative improbabili, una posizione netta sulla difesa dei diritti e del lavoro scandita da Mario Lami, sulla Lucchini: “siamo dentro, nonostante i dissidi interni, l'altoforno è in marcia grazie a noi, non certo grazie ai dirigenti o alle organizzazioni sindacali – appunta – le aziende devono fare i conti anche con il futuro, che deve comprendere il rispetto dei diritti minimi e il lavoro garantito”. Un futuro fosco, ma non senza speranze, dove “la crisi ha generato un nuovo sistema – spiega Gabrielli – dove i lavoratori devono affrontare nuove realtà come la solitudine del lavoratore, per combatterla è necessario salvare il polo siderurgico piombinese, un passo che ci permetterà di aiutare anche altre aziende in difficoltà”. La lotta al rispetto del lavoratore è lo scenario che si prospetta per tutto quello che potrà succedere nelle provincie di Grosseto e Livorno, ma anche per tutta la Toscana come sottolineato dall'incontro e dibattito di ieri.