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Acquedotto del Fiora, al via i rimborsi nella prossima bolletta

Il presidente Tiberi: "Piccoli rimborsi, grande correttezza e trasparenza"

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GROSSETO – Via libera ai rimborsi che Acquedotto del Fiora deve corrispondere ai propri utenti dopo che il referendum del 2011 ha portato all'abolizione in bolletta della voce riferita alla "remunerazione del capitale investito". Il rimborso riguarderà per adesso solo il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011 e sarà pari a 0,37 euro, restituito attraverso la prima bolletta utile.

Una cifra alquanto ridotta, che ha già provocato sconcerto nelle associazioni di cittadini che in questi anni hanno invitato gli utenti ad autoridursi la bolletta scorporando da quanto dovuto una quota in linea, a loro parere, con le riduzioni attese dopo l'esito positivo del referendum abrogativo. Aspettative che, secondo l'amministratore delegato di Acquedotto del Fiora Paolo Pizzari, sono dovute ad una mala interpretazione delle spese dell'azienda. "In campagna referendaria – spiega Pizzari – non è mai stato chiarito bene cosa si intendesse per "remunerazione del capitale investito". Le bollette precedenti il referendum venivano calcolate tenendo conto dei costi operativi (la spesa corrente per far funzionare l'aziende, dagli stipendi alle infrastrutture), degli ammortamenti (investimenti per costruire e acquistare nuove infrastrutture) e una parte forfettaria chiamata Remunerazione del capitale investito, pari al 7% del capitale investito. Questa parte comprende però, oltre agli investimenti (quindi se hai investito zero ti ritorna zero), anche cifre forfettarie per far fronte agli interessi da pagare alle banche, alle morosità non pagate: soldi effettivamente spesi. E quello che avanzava è sempre rimasto in azienda".
Dopo il referndum, l'Aeegsi (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico) riconosce alle aziende anche il Full Cost Recovery, un principio tariffario che prevede la copertura integrale dei costi attraverso la tariffa. Comprende quindi non solo i costi di esercizio, ma anche i costi idi investimento (oneri finanziari sostenuti per i finanziamenti necessari ad effettuare gli investimenti) e gli oneri fiscali, che prima del referendum venivano compensati forfettariamente nella quota di remunerazione. Sostanzialmente è cambiato il calcolo, ma il principio è rimasto immutato. Ecco perchè se prima, su un investimento annuo di 150 milioni di euro, erano 10 i milioni da calcolare come remunerazione del capitale investito, per il 2011, togliendo 2,2milioni di euro di oneri fiscali e 1,7 milioni di oneri finanziari, l'importo riproporzionato è pari a circa 100mila euro. Una quota che, divisa per il numero delle utenze (276.222), porta a un rimborso di 0,37 euro cadauna. "Una restituzione quasi nulla – spiega il presidente di Acquedotto del Fiora Tiberio Tiberi – che prova la gestione corretta dell'azienda, caratterizzata dal sostanziale equilibrio fra l'impegno economico richiesto agli utenti attraverso le bollette, la qualità e la quantità del servizio erogato e gli investimenti effettuati".

Riguardo ai cittadini che hanno preferito provvedere autonomamente alla riduzione delle bollette (ad oggi una trentina) il presidente Tiberi precisa che ai tempi fu stato proposto loro un compromesso che però non fu accettato. "Le bollette non pagate – conclude – dovranno essere pagate dagli altri utenti, è per questo che siamo giunti al distacco con gli utenti chiamati obbedienti civili: è una questione di giustizia sociale. Oltre che di obbligo nei confronti di quello che ci impone l'Aeegsi".

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