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L'energia prodotta da fonti rinnovabili rischia lo stop

Le preoccupazioni di Marco Sabatini alla luce della totale assenza di incentivi nel 2014

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GROSSETO - "Le scelte dell’Italia in materia di energia da fonti rinnovabili, negli ultimi anni, dimostrano un atteggiamento poco coerente, se non addirittura schizofrenico, che danneggia pesantemente lo sviluppo di questo settore nel nostro Paese.
Ancora una volta, - spiega Marco Sabatini assessore alle energie rinnovabili - spiace notare che la riduzione della dipendenza economica ed energetica dal petrolio e la lotta all'inquinamento atmosferico non siano punti fermi della politica nazionale. Per  il 2014, il Governo italiano ha scelto, infatti, di non concedere incentivi sulla vendita dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Una volontà che, di fatto, vanifica i risultati positivi raggiunti anche in provincia di Grosseto nel settore e arresta bruscamente il trend positivo nell'installazione d’impianti per l'autoconsumo.
Assistiamo, inermi, alla totale assenza di una politica energetica stabile con conseguenze drammatiche per un intero sistema produttivo. I Governi che si sono susseguiti nell'ultimo decennio hanno adottato scelte estremamente contraddittorie: nei primi anni, hanno forzato la domanda con incentivi e benefit, facendo crescere un mercato nuovo di zecca.
Dal 2006 al 2013, la Provincia di Grosseto ha autorizzato oltre 100 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, biomasse, eolico) per un totale di circa 77mila Kwp di potenza istallata. Con un’attenta pianificazione, abbiamo contribuito ad un vera esplosione del settore delle rinnovabili senza intaccare minimamente il paesaggio. Nella nostra provincia, si è sviluppato in pochi anni un tessuto di competenze e di aziende molto importante e l’installazione degli impianti ha favorito la conservazione del tessuto rurale."
"Gli importanti investimenti, pubblici e privati, che sono arrivati negli anni, - conclude Sabatini - oggi registrano una brusca contrazione con arresto della domanda, preoccupanti crisi aziendali e occupazionali anche per le oltre 900 aziende operanti in Maremma e sull’Amiata. Confidiamo che il Governo possa riconsiderare la propria posizione, valutando il rischio che corre il Paese in un periodo economico già molto delicato".
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