FOLLONICA - Dopo ripetuti appelli finalmente l'associazione ambientale La Duna ha avuto modo di visitare la discarica di Montioni, destinata allo stoccaggio dei “gessi rossi”, il materiale di risulta dalla lavorazione del biossido di titanio effettuata dall'azienda Tioxide nella piana di Scarlino. Nella mattina di lunedì 16 dicembre abbiamo accompagnato gli ambientalisti, insieme ai Sindaci di Follonica e Scarlino con il personale delle Bandite di Scarlino, nella visita all'ex cava di quarzite, luogo all'interno del parco interprovinciale di Montioni ma sottoposto a de-perimetrazione rispetto allo stesso, dove hanno avuto modo di constatare dal vivo i progressi del progetto, avviato nel 2005, destinato a riempire la cava con i gessi e il successivo ripristino arboreo. L'occhio critico della Duna da tempo è rivolto alla “collina”, un altura artificiale formata dai gessi, creata dallo scarico dei camion che durante il giorno arrivano dalla Tioxide a ritmo frenetico, dato che per produrre 1 kg di biossido vengono smaltiti ben 7 kg di gessi rossi. ”Non abbiamo niente da nascondere – dice il Sindaco di Scarlino Maurizio Bizzarri – il progetto và avanti spedito da anni e nel pieno rispetto delle norme ambientali.” Parole che rispecchiano anche quelle del geometra Lisi, direttore dei lavori : “i lavori di abbancamento che hanno prodotto la collina rispettano l'altezza prevista nel progetto e sono a carico della Tioxide, che versa al Comune di Scarlino anche 45 cent. per tonnellata di materiale. Al successivo ripristino arboreo l'area – continua – dopo la crescita ottimale del verde sarà di massima fruibilità per il pubbico”. Altra contestazione ambientalista è rivolta al “modulo” di Poggio alla Bufalaia, area compresa nella discarica ma oggetto di ripristino da parte della “Follonica cave e miniere”, che invece di una ricrescita arborea da parte della macchia mediterranea presenta, a detta della Duna “un groviglio di rovi”. Patrizio Biagini, direttore del Consorzio Bandite di Scarlino, replica che l'area in questione è stata ripristinata dalla “Follonica cave e miniere” solo nella prima fase: “purtroppo manca una qualificazione del verde e un impianto irrigativo ottimale – racconta – e il mancato ripristino è ancora oggetto di un contenzioso al TAR verso la Follonica cave e miniere”. A fronte delle critiche riguardo agli “sversamenti” in caso di forte pioggia dei gessi nei boschi sottostanti Biagini assicura che i lavori intrapresi hanno messo al riparo l'area: “abbiamo eliminato ben 11 km di canalette, sostituendole con fossetti recettori naturali – afferma – che portano alla vasca di raccolta, scongiurando pericoli per nuove precipitazioni, anche di natura eccezionale, e l'area è sicura anche per il pericolo degli incendi boschivi essendo accessibile a tutti i livelli per i mezzi antincendio”. Soddisfazione per il progetto anche da parte del Sindaco di Follonica Eleonora Baldi: “questo è un progetto nato nel 2005 e sotto il ricatto occupazionale, come molti del comprensorio, e voglio tranquillizzare la popolazione anche per i controlli messi in atto – aggiunge - che possono migliorare anche se al momento tutto procede per il meglio”.