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Bottinelli: "La querela non mi spaventa, dobbiamo cambiare la società"

Intervento del responsabile della LAV

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GROSSETO - Una denuncia nei confronti di Giacomo Bottinelli: il responsabile della LAV, dopo la polemica sollevata sul cane randagio ucciso e la minaccia da parte di numerose associazioni, interviene per chiarire la situazione. Queste le parole di Bottinelli.

"Le associazioni maremmane degli allevatori minacciano querela contro la LAV e contro di me. Un copione intimidatorio scontato e prevedibile che si mette in scena per difendere la categoria. Non è la prima volta che ricevo minacce di questo tipo, ma fino ad oggi non mi è mai giunto nessun avviso di garanzia. Al contrario di quanto è successo ad altri, ad esempio all’allevatore Franco La Barba, contro il quale si sta celebrando il processo al Tribunale di Grosseto perché nel 2012 a Roccalbegna sparò a un cane che si era avvicinato alle sue pecore. Lo stesso allevatore ha ammesso il fatto e ha dichiarato di aver fatto fuoco ben due volte.

Gli elementi sui quali si baserebbe l’accusa contro di me da parte di Cia, Coldiretti e Confagricoltura quali sarebbero invece? Far riflettere i cittadini sull’atrocità del consumo di carne e sulla sorte di migliaia e migliaia di agnelli ed altri animali uccisi e sfruttati per la nostra alimentazione? Denunciare situazioni di violenza al di fuori di ogni legalità come il caso La Barba? Dire che, con tutta probabilità, chi spara ai cani randagi va cercato tra i pastori con il porto d’armi? O la mia colpa è di invitare gli allevatori a cambiare mestiere e la gente a fare scelte alimentari consapevoli del dolore di altri esseri?

Le dichiarazioni lesive sono quelle che dicono il falso. Gli allevatori e i cacciatori uccidono animali innocenti. E questa è la verità. Che lo facciano all’interno di un contesto di legge ci fa riflettere su quanto la nostra società sia da cambiare."

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