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Cane ucciso da un cacciatore: l'intervento di LAV Grosseto

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GROSSETO - La LAV Grosseto, da sempre in prima linea nella crociata contro la caccia, descrive il triste episodio avvenuto nei pressi di Castiglione della Pescaia. Questo il comunicato, e le dichiarazioni, dell'associazione presieduta da Giacomo Bottinelli.

"Una vera tragedia che dimostra ancora una volta come la caccia sia una pratica da abolire che costituisce un pericolo per tutti. Il cane Argo, un incrocio di pastore tedesco di sei anni (nella foto), è stato colpito da una fucilata che gli ha strappato la mandibola. Il fatto è avvenuto in località Ampio, nel comune di Castiglione della Pescaia (GR), intorno alle 15 di ieri (sabato 2 novembre). Argo si trovava in un terreno privato recintato dove stava passeggiando insieme al padrone, Rolando Albani. Erano a pochi passi da casa, quando si sono imbattuti in una squadra di caccia.

“Ho visto uno dei cacciatori puntare il fucile oltre la recinzione e fare fuoco su Argo che era a qualche metro da me – ha raccontato Albani alla LAV – dopodiché si è giustificato dicendo di averlo scambiato con un cinghiale”.

Argo dopo il colpo, con la mandibola divelta dal proiettile, è fuggito in un oliveto dove Albani lo ha recuperato per portarlo d’urgenza in clinica. Prima però ha chiamato i carabinieri e poi la LAV. Nessuno dei cacciatori che hanno assistito alla scena lo ha aiutato a soccorrere il cane, anzi all’arrivo dei militari la squadra si era già allontanata.

Le condizioni dell’animale erano gravissime e i veterinari hanno avuto la sola scelta dell’eutanasia.

“Non posso credere che si sia trattato di un errore – ha spiegato Albani – perché Argo era di fronte a me, il terreno in quel punto è libero e chi ha sparato non distava più di una quindicina di metri dal cane”.

“Non ci sono parole per commentare simili episodi – dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – e siamo certi che i carabinieri individueranno il colpevole che rischia fino a due anni di carcere in base all’articolo 544 bis del codice penale. In ogni zona può cacciare una sola squadra al cinghiale e le battute devono essere registrate. Ci stupiremmo se chi ha fatto fuoco non fosse identificabile. La LAV è pronta a costituirsi parte civile nel processo, ma prima di tutto è importante che la gente comprenda il pericolo pubblico che la caccia costituisce, oltre ad essere causa della morte di innumerevoli animali innocenti”.

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