"In Italia, la famiglia non è ancora intesa come soggetto di produzione, ma viene vista per lo più come soggetto di consumo, e troppo spesso viene dimenticato il ruolo decisivo che svolge e che determina presente e futuro del sistema sociale”.
Il sostegno economico alla famiglia non deve continuare ad essere assistenzialista, ma trasformarsi in un contributo a compensazione di ciò' che la famiglia realizza, il pasto consumato in casa, la cura di un minore e/o l'assistenza di un anziano.
Molto interessanti sono state anche le proposte concrete del docente dell'Università di Bologna Stefano Zamagni. alla 47ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, “famiglia , speranza e futuro per la società italiana” che si è svolta a Torino dal 12 al 15 settembre tra le quali:
-introdurre il fattore famiglia, che dovrebbe prevedere una no tax area per i nuclei familiari (cioè un’area esentasse fino ad un certo reddito, limiti di reddito crescenti al salire del numero dei figli o familiari a carico) e un potenziamento degli assegni familiari, anche per i redditi molto bassi, per gli incapienti e per i lavoratori autonomi, oggi esclusi. Il Fattore famiglia non farebbe altro che rispettare il criterio dell’articolo 53 della Costituzione, “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. La capacità contributiva dipende dal reddito disponibile, cioè “pesato” secondo i carichi familiari. È evidente che più persone sono a carico, minore è la capacità contributiva.
-Armonizzare i tempi di lavoro con i tempi di vita familiare. Misure di armonizzazione, come, la flessibilizzazione degli orari di lavoro, l’introduzione di servizi specificamente mirati ai bisogni della famiglia, potrebbero avere effetti positivi nella riduzione dell'assenteismo, del turn over, nell' aumento di produttività'.
-Aumentare il fondo per le politiche familiari.
-Dar vita ai distretti , sull'esempio di quanto attuato dalla provincia di Trento, costruendo ''alleanze locali per la famiglia'' dove i soggetti uniscono conoscenze e risorse , relazioni e capacita' imprenditoriali per la realizzazione di progetti concreti, sul principio della sussidiarietà' circolare.
Nel nostro Paese abbiamo necessità ed urgenza di politiche vere per la famiglia, ed invece si continua a pensare per fasce d'età (bambini, giovani, anziani) o categorie lavorative.
E' necessario programmare misure che riguardino l'intero corso di vita, volte ad un sistema integrato per la promozione di quello che potremmo chiamare semplicemente 'il benessere' familiare”.
Come fare? “Le famiglie organizzandosi e attivando i cosiddetti “ percorsi di sussidiarietà” possono sviluppare una serie di servizi (asili familiari) offrendo risposte concrete ai bisogni dei cittadini del territorio ed un risparmio per l'amministrazione e lo stato."