"Vino maremmano sugli scudi. Quella che si avvia alla conclusione è decisamente da considerarsi come una delle migliori vendemmie degli ultimi anni, non tanto per il quantitativo delle uve, quanto per la loro qualità, che è davvero eccelsa.” Parola di Fiorella Lenzi, presidente della sezione di Prodotto vitivinicola di Confagricoltura Grosseto.
La Lenzi parla di un 2013 “importante” per il vino maremmano. “La vendemmia è agli sgoccioli – aggiunge - ma la si può davvero appellare come eccezionale. Le condizioni meteo sono state perfette, con un’escursione tra il giorno e la notte molto elevata, con temperature fresche alternate a torride. Il risultato è da record. Una alchimia tra la forza della natura che si ritrova nel vino con robustezza coniugata alla finezza. Potremmo definire il nostro un vino vellutato, satin. Il tutto sia per quelli a bacca bianca che a bacca rossa. In questa ultima categoria – prosegue - faccio notare che, mentre nel Chianti ancora non si è passati a vendemmiare il sangiovese, la cui maturazione è molto lenta, in Maremma si stanno avviando in questi giorni le operazioni di raccolta. Sul fronte dei bianchi, - spiega - con i nuovi cloni, si sono ottenuti prodotti molto profumati, gradevoli e importanti anche per l’enologia italiana.”
Ma la cosa che decisamente non va giù a Fiorella Lenzi, neppure se accompagnata da un buon bicchiere di vino maremmano, è il consumo limitato nel territorio d’origine. “Va bene che “nemo profeta in patria” – attacca la Lenzi –, ma che nei ristoranti si servano pochissimi vini autoctoni è una cosa che non tollero. A prescindere dall’appeal che il nostro vino ha in Italia e all’estero non è possibile pensare che nel territorio di produzione non si distribuisca e non si serva. E’ come se a Bordeaux si presentassero ai clienti dei ristoranti carte con i vini locali quasi assenti. Questo non è tollerabile, perché la prima pubblicità si fa sul territorio. Come possiamo essere credibili agli altri se non lo siamo neppure per noi stessi?”