Due geologi, Marco Mucciarelli e Andrea Borgia, lo scorso martedì 17 settembre, hanno relazionato ad Arcidosso sulle attività sismiche indotte dallo sfruttamento geotermico. Gli esperti in materia sono stati invitati da SOS Geotermia, l'unico soggetto che in Amiata produce eventi di informazione indipendente.
La sala del comune di Arcidosso era stracolma di cittadini, ma tra gli amministratori invitati, l'unico sindaco presente era Emilio Landi, “padrone di casa”, ed alcuni consiglieri di Arcidosso e Castel del Piano.
L'incontro 'Amiata e Terremoto' aveva per argomento, ancora tabù tra gli addetti ai lavori ed amministratori, “la sismicità indotta da attività antropiche”, in particolare l'attività geotermica.
I due scienziati, nonostante la particolarità tecnica dell'argomento, sono stati capaci di renderlo accessibile anche ai non addetti ai lavori, spiegando, ad esempio, che la variazione di pressione, prodotta nel sottosuolo per sfruttare i vapori geotermici portandoli in superficie, sollecita ed anticipa i movimenti. Fenomeni quindi che si sarebbero manifestati comunque, ma nel corso dei millenni futuri. Una teoria, questa, riconosciuto in ambito internazionale da tutte le autorità e studiata in tutte le Università del mondo con l'obiettivo di prevenire i terremoti indotti e la subsidenza, cioè l'abbassamento impercettibile e lento della superficie.
Che in Amiata la pressione venga sottratta al sottosuolo è sotto gli occhi di tutti, basta vedere con quale forza dalle ciminiere delle centrali vengono spinti in uscita i vapori di acqua, di CO2 ed altri veleni. Che ci siano nel sottosuolo dell'Amiata faglie naturali, in equilibrio instabile e soggette a movimenti repentini capaci di generare terremoti, è noto a tutti, essendo questo territorio già catalogato come zona sismica.
Stupisce che la regione Toscana non abbia chiesto e imposto dall'Enel, perlomeno per le nuove autorizzazioni di Bagnore 4 e Piancastagnaio, garanzie circa il monitoraggio delle attività sismiche indotte (se ne parla, ma solo ad autorizzazione già concessa) e l'assunzione delle dovute responsabilità a carico di Enel per evitare le possibili distruzioni e per i risarcimenti in caso di danni, così come già previsto in altri paesi.
Che quella della regione Toscana non può essere solo arretratezza culturale, ma altro, su cui dovrebbe indagare la magistratura, lo dimostrano due fatti importanti: il primo è che l'Onu raccomanda ai paesi emergenti, che subiscono l'aggressivo sfruttamento dei loro territori, di evitare tali estrazioni nelle aree sismiche e di mantenere costante la pressione interna ai campi geotermici con re-iniezioni costanti e graduali di acqua, per non generare le pericolose depressioni; il secondo fatto importante è che in altre regioni d'Europa e negli Usa le autorità di controllo verificano giornalmente la relazione esistente tra pressione sottratta e sismicità prodotta al fine di regolare e imporre la riduzione delle estrazioni quando la sismicità si alza verso limiti pericolosi per la popolazione e le costruzioni, evitando accuratamente - come in Svizzera - di autorizzare tali attività in prossimità di faglie attive.
A parere del professor Mucciarelli, il tragico terremoto amiatino del primo aprile 2000, che colpì i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio, pur classificato di bassa magnitudo (4.5), causò gravi danni materiali perchè l’ipocentro era a bassa profondità, a pochi chilometri dalla superficie. La scossa ha un chiaro collegamento con l’attività geotermica di Enel, sebbene quest'ultima abbia di fatto sempre negato e impedito l'accesso alle informazioni necessarie per studiare l'evento.
La regione Toscana, ormai lanciata nella corsa a 'oro geotermico', evidentemente ha altre finalità da perseguire rispetto alla tutela del suo territorio e della salute della sua popolazione, mentre i sindaci dovrebbero essere molto più preoccupati per le gravi responsabilità che a loro vengono affidate dalle legge e dai protocolli sottoscritti".