Grosseto: Tra pochi giorni entra in vigore il SISTRI, il 1° ottobre: migliaia di liberi professionisti, studi medici e aziende sono nel caos, vista la generale incertezza sulla platea dei soggetti chiamati all’adempimento. Assintel (Associazione nazionale delle imprese ICT) e Agr (Associazione gestori rifiuti) chiedono al Governo di bloccare l’entrata in vigore del sistema di tracciamento dei rifiuti pericolosi, soprattutto dopo che il recente provvedimento di semplificazione ha cambiato le carte in tavola sui soggetti obbligati ad assoggettarsi al SISTRI.
Che cos'è il SISTRI ?
- Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione per permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità.
Diversa la procedura, i soggetti e i sitemi da adottare in funzione della tipologia del rifiuto:
- Per i rifiuti pericolosi, i dubbio riguarda l’interpretazione del termine “rifiuto pericoloso” che secondo una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, sarebbe applicabile anche ai rifiuti autoprodotti nell’ambito della propria attività professionale e non solo a quelli trasportati da terzi. In questo caso, le piccole e micro imprese che finora potevano trasportare rifiuti pericolosi in piccole quantità senza aggravi burocratici ora sarebbero chiamate ad adempiere agli obblighi del SISTRI e dell’utilizzo del black box.
- Per i rifiuti da professioni sanitarie, ricomprende anche medici, odontoiatri, psicologici e veterinari. In agosto dal Consiglio dei Ministri nell disposizioni urgenti approvate,ha infatti è stato modificato l’obbligo di SISTRI inserendo la dicitura per “i produttori iniziali di rifiuti pericolosi” e non più solo per gli enti e le imprese, come nella formulazione legislativa originaria, includendo i liberi professionisti del settore sanitario che svolgono la propria attività in studi privati e che finora si rivolgevano ad imprese specializzate per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. La richiesta delle associazioni di categoria, è pertanto quella di lasciare l’onere del SISTRI alle imprese che si occupano di raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari, senza sovraccaricare i professionisti con un ulteriore appesantimento burocratico ed economico.
Il problema è chiaro, da anni operatori e associazioni di categoria, sono concordi sulla necessità di tracciare i riufiuti pericolosi e i loro spostamenti, solo che tutti concordano che la procedura, sistema del SISTRI così come comcepito rischia di aggravare i costi di gestione del processo, afaticare inutilmente le aziende alle prese con la sopravvivenza.
Molte sono le associazione di categorie firnatarie di una interrogazione parlamentare dove si chiede al Gvoerno di apportare odifiche per l'allegerimento del carico, ma soprattutto di snellire, semplificare un sistema di regole articolato e complesso, che rischia di ottenere il risultato contrario.
Il MInistero dal canto difende l'operato e la procedura, mentre da un lato assicura alle associazioni di categoria che sarà usata prudenza e flessibilità sui termini id collaudo e abbuono delle sanzioni in buonafede, dall'altro non rassicura gli animi, in quanto sordo alle critiche e suggerimenti proposti per il miglioramento della Black Box.