Antonino Vella noto sportivo follonichese, esperto di mare e dei suoi fondali, appassionato ambientalista è stato interpellato sui problemi legati alla nave da crociera Costa Concordia. Il subacqueo maremmano ha espresso i suoi pareri e le sue proposte ed ha risposto alle nostre domande offrendo soluzioni originali in merito alla questione.
Questi i pensieri di Vella:
“La Costa Concordia deve essere rimossa dall’Isola del Giglio. Sul relitto si sono puntati gli occhi di molti, ognuno con interessi diversi, ma tutti con l’idea della demolizione e della cancellazione definitiva dello scafo.
Una delle possibilità ventilate (caldeggiate dal sindaco di Piombino Anselmi e dal governatore toscano Rossi) consiste nel trasportare la nave a Piombino per la demolizione e la fusione nelle acciaierie adiacenti.
Sappiamo tutti che questa operazione darebbe lavoro a circa 250 operai per tre anni, dopodiché anche le acciaierie entrerebbero in crisi lasciando un Golfo segnato in modo irreversibile dall’inquinamento dovuto alla escavazione di un canale lungo almeno 1 km, largo 40mt e profondo 10 mt per consentire l’accosto della nave alla banchina del porto".
Quali potrebbero essere gli inconvenienti relativi a questa scelta?
"Tale operazione andrebbe ad incidere in modo devastante sul banco di Posidonia Oceanica che ricopre gran parte del Golfo e che ne stabilizza i fondali aiutando a combattere il fenomeno di erosione costiera che si è già manifestato su lunghi tratti di costa.
L’impatto negativo sarebbe sia diretto a causa dell’asportazione fisica del fondale che indiretto per il fenomeno della torbidità delle acque dovute ai fanghi smossi ed alle correnti deviate.
Non dobbiamo dimenticare che la Posidonia Oceanica è una pianta superiore protetta in quanto inserita nell’annesso II alla “ Convenzione di Barcellona” del 1995 per la protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento, ratificata in Italia con Legge N° 175 del 27/05/1999; è inclusa nell’allegato II, pubblicato sul supplemento ordinario alla G.U. n° 146 del 24.06.1999, della Convenzione di Berna del 19.11.1979 relativa alla “conservazione della vita selvatica dell’Ambiente naturale in Europa” ratificata con la Legge n° 503 del 05.08.1981 pubblicata sulla G.U. n° 250 del 11.09.1981.
Inoltre le praterie di Posidonia Oceanica sono state considerate ecosistemi prioritari dalla Comunità Europea con la direttiva n° 43/92 relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali della flora e della forme selvatiche, direttiva recepita nel nostro ordinamento dal D.P.R. n° 357 del 08.09.1997.
Già il banco di P.O. del Golfo è in crisi per colpa di varie forme di inquinamento e la costruzione di manufatti che alterano le correnti, l’acidità, la temperatura e la luminosità delle acque oltre agli attacchi diretti portati da “ strascicanti “ pirata che vengono a lavorare/arare sotto costa entro le tre miglia su fondali inferiori a 50 mt.; se su queste cause si dovesse abbattere anche questa ulteriore catastrofe sarebbe la fine sicura di questo baluardo naturale, fornitore di ossigeno, rifugio e nursery di numerose specie ittiche, protezione della Pinna Nobilis (il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo protetto alla stessa stregua di specie terrestri). Senza parlare dell’ulteriore inquinamento dell’aria dovuto alle sostanze usate per i cannelli al plasma da taglio e comunque, dopo tre anni, si cancellerebbe definitivamente l’immagine della Concordia che rimarrebbe solo nei filmati e nei racconti tramandati dai contemporanei che hanno assistito alla tragedia".
Ci possono essere soluzioni alternative?
"Probabilmente, se si avesse un po’ più di lungimiranza e non si pensasse solamente all’immediato, il destino di questa nave da crociere potrebbe essere un altro continuando nella sua funzione turistica per oltre 1000/2000 anni.
L’alternativa alla fusione consiste nel trasportare il relitto davanti al porto di Piombino, ancorarla alla fonda e bonificarla da tutto ciò che potrebbe essere causa di inquinamento: gasolio, grassi, olii, plastiche, gomme, gas, materiali putrescibili, vernici ecc….. e successivamente rimorchiarlo in mezzo al canale ed affondarlo , secondo la decisione presa a priori, o sul ciglio dei 55 metri o sul ciglio più profondo dei 95 mt.
L’affondamento pilotato alle due possibili profondità farebbe del relitto un’opera d’arte unica nel mondo con due titoli diversi secondo se adagiata su un fianco su 55 mt di fondo ( essendo larga mt. 35,50 lascerebbe 20 mt dalla superficie) o posizionata in assetto di navigazione sui 95 mt. ( essendo alta 70 mt. ).
Nel caso del relitto adagiato su un fianco si potrebbe parlare de “ La balena addormentata “ ( anche se le balene non dormono sul fondo, ma in superficie) mentre nel secondo caso il titolo potrebbe essere “ Verso nuovi orizzonti”…..oppure si potrebbe lanciare un concorso mondiale per dare un nome appropriato all’opera d’arte.
I due cigli subacquei proposti si trovano nel Canale fra Punt’Ala e Cerboli ( mt. 55 ) , fra Punt’Ala e Porto Azzurro ( mt.95 )".
Ma non potrebbero esserci problematiche ambientali successive?
"Ritengo che con questa operazione potrebbero esserci molti più vantaggi che problemI; di sicuro l’affondamento programmato, dopo adeguata bonifica, non creerebbe alcun problema alla navigazione, alle correnti sottomarine o di inquinamento e, comunque, certamente minimo rispetto a quello creato dalle navi affondate volutamente con carichi sospetti oppure rispetto al tragico affondamento del Transilvania del ‘917, del Tiflys del ’43 o della petroliera Haven che dal ’91 riversa morchie e gasolio catramoso nel mare di Arenzano a 490 mt di profondità.
Intorno a questi relitti ( più conosciuti ) ed alla miriade di rottami dell’ultima guerra si sono sviluppate forme di vita subacquee incredibili vegetali ed animali dando vita a catene biologiche ed alimentari impensate da qualsiasi allevamento artificiale. Anche la Concordia potrebbe diventare un luogo di riproduzione, propulsore di vita subacquea ed arricchimento di specie ittiche da cui la pesca (professionale e dilettantistica) potrebbe avvantaggiarsi".
Oltre alla pesca, quali altri settori potrebbero beneficiare del progetto?
"Un relitto di questo genere (secondo solamente, se non più importante, al Titanic e più conosciuto dell’Andrea Doria ) potrebbe permettere la sopravvivenza di almeno una decina di Diving sparsi fra Castiglione, Scarlino, Follonica, Piombino, Cavo, Rio Marina, Porto Azzurro e Marina di Campo che potrebbero operare su tutto l’arco dell’anno con immersioni programmate per tutti i livelli dato che la nave sarebbe visibile dalla superficie semplicemente con lo snorkeling e con imbarcazioni con il fondo trasparente oppure, con le bombole, a varie profondità secondo il tipo di brevetto e addirittura con escursioni notturne.
Il richiamo di livello mondiale di un tale evento porterebbe innumerevoli visitatori, per un periodo indefinito, a gravitare sul nostro territorio affiancandosi a registi , operatori televisivi, foto sub; su uno scenario di tale importanza potrebbero essere officiati matrimoni sub, allestiti presepi subacquei, girate scene di films, organizzati corsi sub ai vari livelli; la Concordia potrebbe avere una nuova vita e continua pubblicità; il territorio tutto avrebbe una riconoscibilità internazionale con un ritorno positivo su tutte le attività legate al turismo.
Senza dimenticare i parenti, gli amici ed i conoscenti delle vittime del disastro che, con la distruzione dello scafo, vedrebbero svanire per sempre il luogo fisico dell’evento su cui, invece, il 13 gennaio di ogni anno si potrebbe officiare un ricordo della catastrofe posizionando una targa con i nomi degli sventurati naufraghi.
Se fosse in vita il documentarista Bruno Vailati sarebbe entusiasta di un’idea del genere e, sono certo che Il regista Folco Quilici, se a conoscenza di tale possibilità, non perderebbe l’occasione di girarci un film; a tale progetto potrebbe essere interessato anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi che saprebbe coglierne sicuramente prospettive che, nel mio entusiasmo e nella mia limitatezza, non riesco ad immaginare.
Certo è che, mettendo a confronto la distruzione fisica definitiva della Concordia ( con i ritorni economici limitati nel tempo, tre anni, e le problematiche legate all’inquinamento conseguente all’uso di cannelli al plasma per il sezionamento) con la possibilità dell’affondamento programmato ( dopo adeguata bonifica ) e le prospettive di lavoro perenne collegato alla pubblicità indotta per tutto il territorio, ritengo di poter affermare che la scelta dei nostri amministratori non dovrebbe trovare difficoltà a convergere sul secondo progetto".
Perchè a Piombino e non all'Isola del Giglio dove è avvenuto il naufragio?
"In effetti l’affondamento potrebbe essere effettuato anche intorno all’Isola del Giglio ( per mantenere intatta l’immagine della tragedia nel contesto naturale), ma certamente le problematiche legate alle bonifiche sarebbero altissime con costi esorbitanti visto che il porto più vicino sulla terraferma, dove si dovrebbero scaricare i materiali asportati, è Santo Stefano. Inoltre i fruitori delle possibilità di sfruttamento turistico-subacqueo sarebbero molto più limitati sia come operatori che come visitatori.
La scelta della rada di Piombino, al contrario, essendo il porto più capiente e dotato di terminal industriale, potrebbe sopportare più facilmente le operazioni di bonifica ed il conseguente smaltimento/recupero rifiuti e offrirebbe maggiore riparo al maltempo ( vista il ridosso offerto dal promontorio, dall’Isola d’Elba e da Punt’Ala) per il periodo necessario alle operazioni di messa in sicurezza del relitto presunto in un anno circa. Tra l’altro un’operazione di questo genere, che richiederebbe una unità di intenti fra amministrazioni provinciali e comunali diverse, potrebbe essere il primo reale momento di riconoscimento di una AUTORITA’ DEL GOLFO ( alla stessa stregua delle autorità di bacino fluviali) formata da rappresentanti dei comuni, isolani e continentali, che si affacciano sul Golfo di Follonica, e finalmente, si potrebbe iniziare una collaborazione fra Amministrazioni Pubbliche che potrebbe rilanciare, con l’immagine catalizzante della Concordia, il settore turistico con un investimento decisamente ridotto".