GROSSETO - La Regione Toscana prosegue la sua campagna di accentramento che depaupera i territori e complica la vita ai cittadini. Con la solita scusa della semplificazione, questa volta Firenze si è avvocata la competenza sugli scarichi mediante l’Aua, l’Autorizzazione unica ambientale.
Questa scelta ci condanna all'impossibilità di avere un interlocutore diretto locale, tempi lunghi, esito dei procedimenti incerto e soprattutto un percorso in controtendenza con il tanto auspicato "federalismo amministrativo". Il tutto a detrimento, in particolare, delle aziende agricole del nostro territorio.
Ed è così che i 90 giorni di tempo per il rilascio dell’Aua stabiliti dalla legge sono schizzati oltre i sei mesi. Riguardo i dimensionamenti e le caratteristiche degli impianti da realizzare, i progettisti, non avendo più un riferimento diretto nel Comune, si trovano spesso nell'incertezza. Così come incerti sono diventati pure i tempi per la definizione delle procedure sanzionatorie. Infine, non di poco conto il disagio per gli utenti che devono relazionarsi con un front-office che la Regione ha deciso di piazzare a Siena.
Sarebbe quindi auspicabile che la Regione Toscana potesse prendere in considerazione la possibilità di ridare la competenza a quei Comuni che - dotati di un regolamento sugli scarichi non recapitanti in pubblica fognatura e di adeguate procedure sanzionatorie - possano gestire i procedimenti in autonomia, garantendo una conoscenza del territorio e di alcune dinamiche interne non trascurabili. La Regione potrebbe, allora, produrre magari un regolamento-tipo per supportare quei piccoli Comuni che ancora non ne sono dotati e che non hanno le professionalità tecniche o le risorse economiche per potersene dotare.
Di sicuro, se la situazione rimane così, Grosseto sarà ancora più periferia e i cittadini di questo angolo di Maremma saranno ancora una volta condannati a sopportare più complicazioni rispetto al resto della regione.