GROSSETO - Almeno un docente ed un Ata su quattro hanno scioperato oggi nell’unico appuntamento di lotta possibile e fondamentale per impedire l’applicazione almeno delle parti più deleterie della legge 107, per ridicolizzare l’ignobile “offerta” governativa di rinnovo contrattuale con un aumento medio di 5 euro nette al mese, per richiedere un consistente recupero salariale per docenti ed Ata, nonché la stabilizzazione di tutti i precari abilitati o con 36 mesi di servizio, esclusi dalla 107. E a Roma, la Maremma, insieme a oltre diecimila manifestanti – docenti, Ata e studenti – ha sfilato in corteo dal MIUR (ove numerosi interventi hanno criticato aspramente le politiche governative) fino al Parlamento, ove decine e decine di voci hanno rinnovato la loro volontà di continuare la lotta.
Qualche giornalista in piazza faceva notare che uno sciopero del 25% è un passo indietro rispetto al 65-70% del 5 maggio scorso. Ma ai Cobas pare comunque un ottimo risultato, tenendo conto che avviene a legge approvata (anche se non ancora messa in opera) e con l’incredibile e inspiegabile defezione dei Cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda) che allora scioperarono con i Cobas e che seguirono i Cobas persino nel blocco degli scrutini, in passato da essi sempre giudicato “estremista”. Dell’importanza di tale unità i Cobas erano così convinti da attendere pazientemente, fin dall’inizio di settembre, che i Cinque si decidessero a convocare lo sciopero, disposti a prendere anche la loro data pur di ripresentare un’alleanza plebiscitaria. Purtroppo, i Cinque non hanno dato alcuna risposta ai nostri ripetuti inviti a lottare e scioperare insieme, ma si sono limitati a convocare una manifestazione del pubblico impiego a fine novembre, senza sciopero, in cui la lotta contro la 107 svanisce, inviando al governo Renzi e a docenti ed Ata un segnale di resa incondizionata.
Lo sciopero del 13 novembre e le manifestazioni (oltre a quella di maggior rilievo di Roma, altre se ne sono svolte, a prevalente presenza studentesca, in varie città) hanno ciò malgrado un grande rilievo perché mandano un segnale chiaro al governo e anche a quei lavoratori/trici che oggi sono andati a scuola: la partita contro la cattiva scuola di Renzi non è terminata, è finito solo il primo tempo, in cui, seppur di misura, Renzi è risultato in vantaggio. Ma ora arriva il secondo tempo, perché il conflitto contro la 107 esploderà nei prossimi mesi quando, dopo il furbesco suggerimento ministeriale che ha indotto i presidi a rinviare la formazione dei Comitati di valutazione e il varo dei PTOF triennali, la “tregua” terminerà e i capi di istituto tenteranno di imporre l’inaccettabile strapotere padronale su assunzioni, licenziamenti, premi e punizioni, oltre alla “alternanza scuola-lavoro” (400 ore per gli studenti dei tecnici e professionali e 200 per i licei in azienda).
Dunque, il 25% della categoria in sciopero ha mandato un forte segnale agli altri docenti ed Ata: possiamo impedire l’applicazione dei deleteri provvedimenti della 107, bocciare l’umiliante “proposta” dei 5 euro, dopo sei anni di blocco contrattuale e una perdita salariale negli ultimi anni tra i 250 e i 300 euro, imporre la stabilizzazione dei precari esclusi dalla 107. Basta non arrendersi e recuperare l’unità e la voglia di lottare dei mesi scorsi! Docenti, Ata, studenti della Maremma ci sono!