FIRENZE – La situazione della piana di Scarlino è nota da tempo ed è ben rappresentata nel piano delle Bonifiche della Provincia. Sfugge perciò la novità che segnalerebbe il Forum Ambientalista denunciando di nuovo una realtà che gli enti locali, Arpat e Asl conoscono bene e sulla quale stanno lavorando a cominciare dalle bonifiche, oltre ad aver dato il via da anni ai vari monitoraggi sullo stato di salute dei cittadini e dell'ambiente.
Pur nella consapevolezza che per una completa bonifica dei suoli e delle acque i tempi saranno ancora lunghi, ad oggi nella Piana ci sono 15 siti in bonifica per un totale di oltre 2 milioni di metri quadrati: sul 60% di questi la bonifica è già certificata. Risultati che cozzano con quelli relativi dei Siti di Interesse Nazionale che ad oggi invece risultano bloccati da contenziosi.
Passando in rassegna quanto è stato fatto finora per risanare una condizione ambientale compromessa dalla presenza delle pregresse attività minerarie ed industriali che per decenni hanno operato in tempi in cui non vi erano normative ambientali, si ricorda l'accordo Syndial del 2009 che è un esempio di come si è potuta affrontare una materia così complessa, grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati.
Nel marzo 2015 è stato approvato poi il Piano Unitario di Bonifica della falda della Piana di Scarlino, che avvia il percorso di risanamento delle acque sotterranee nell'area.
Il Piano già previsto nel Piano delle Bonifiche della Provincia di Grosseto, ha trovato maggiore impulso anche in applicazione dell'Accordo di programma delle Colline Metallifere e del suo Accordo Aggiuntivo, col quale Nuova Solmine si è accollato l'onere di bonifica di un sito ex Syndial e impegnata a contribuire, quota parte, insieme a Tioxide e Scarlino Energia alla realizzazione del piano.
Nel 2014 il Piano regionale e delle bonfiche ha previsto l'avvio della formazione di Piani di Risanamento delle Aree a Inquinamento Diffuso. Tra questi nel marzo 2015 la Regione ha avviato il procedimento per le ulteriori verifiche dell'Area Vasta della Piana di Scarlino (Comuni di Scarlino e Follonica). Sono stati coinvolti tutti gli enti competenti (Comuni, Provincia, ARPAT, ASL) ma anche il gestore Acquedotto del Fiora SpA, AIT oltre che i settori regionali competenti.
Tra le azioni prioritarie è stata disposta l'individuazione degli eventuali responsabili della realizzazione di numerosi tratti stradali e opere realizzati negli ultimi quaranta anni con ceneri e sterili di pirite (quando questo materiale era considerato inerte) proprio per eliminare ulteriori sorgenti primarie di contaminazione da arsenico a carico di suoli e falda.
Sul canale Solmine nel 2014 Arpat ha validato uno studio approfondito dello stato qualitativo dei sedimenti nella zona di foce ed è risultata una contaminazione da arsenico e in misura minore da altri metalli (mercurio, piombo, zinco) e, in un campione anche di diossine, segnalando quindi la necessità di aprire un procedimento di bonifica del canale. La sabbia di fronte alla foce, controllata sempre da Arpat invece non presenta elementi di contaminazione.
Quanto infine all'impianto di Scarlino Energia, attualmente è in corso il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale legato alla richiesta di autorizzazione di messa in esercizio dell'impianto. In questo ambito ARPAT si esprimerà con un proprio parere che sarà utilizzato dalla Regione, così come gli altri contributi istruttori che arriveranno, per il pronunciamento sulla Valutazione di impatto ambientale.