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"Cristo non si può fermare a Fonteblanda": il chiarimento di Enrico Rossi

Industria e ambiente, questione energetica, dorsale viaria: le proposte per la Toscana costiera

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GROSSETO - Una base industriale solida e ambientalmente compatibile; una politica energetica, abbattendo i costi, in grado di rendere competitiva l'industria; una infrastruttura viaria tirrenica che faccia recuperare velocità e modernità: su questi tre temi si è sviluppato l'intervento che Enrico Rossi ha tenuto oggi a Rosignano in un gremitissimo Teatro Solvay. Un intervento a tutto campo, in cui il presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione ha affrontato i nodi principali della politica che intende svolgere, una volta eletto, a favore dell'area costiera della regione, definita dallo stesso Rossi, "punto debole e, insieme, grande opportunità della Toscana per la coesistenza di infrastrutture, industria e logistica".

La Solvay
L'intervento ha preso il via dalla realtà Solvay: "In questi anni la politica ha sostenuto con fermezza – ha detto Rossi – la necessità che il parco e lo stabilimento Solvay non dovessero arretrare. La Regione ha rappresentato per la dirigenza dell'impresa una 'sicurezza', imponendosi come partner privilegiato per il mantenimento e lo sviluppo della presenza industriale. Sono in corso altri investimenti, due nuovi impianti chimici innovativi: uno per la produzione di acido peracetico da 1 milione di euro e un impianto d'acqua ossigenata per l'industria elettronica da 20 milioni. La prossima settimana firmeremo l'accordo di programma per energia e parco industriale. Se la Toscana trova qui il suo futuro l'intera fascia costiera riparte".

Conciliare Industria e Ambiente, senza pericolose contrapposizioni
"Ora dobbiamo alzare l'asticella ancora verso l'alto - ha proseguito Rossi - spingendoci oltre, per conciliare industria e ambiente: chi li contrappone prende una strada pericolosa. L'industria non è un residuo del passato. In questi anni abbiamo costruito un sistema in cui industria, ricerca, università, dirigenza, lavoratori, istituzioni e forze sociali hanno dialogato, integrandosi per un comune obiettivo. L'attenzione alla grande industria ha dato risultati, ottenendo più investimenti nonostante la crisi. Se perdiamo una buona base industriale non ce la faremo solo col turismo, che nei suoi eccessi diventerebbe un fenomeno speculativo".

Ridurre i costi dell'energia
"Porteremo questo tema sui tavoli del Governo – si è impegnato Rossi – perchè quella dell'energia è una partita importante e deve stare al centro delle scelte di politica industriale nazionale. Il nostro obiettivo è quello di riconciliare l'industria e la Toscana e la costa è il nostro punto debole. A Piombino abbiamo prodotto una svolta, introducendo elementi competitivi per il porto e la presenza industriale. Livorno ha bisogno di 25mila posti di lavoro. La sua locomotiva è il porto: noi ci siamo, da lì si riparte per conquistare la competitività, che non riguarda solo il capitale ma anche il lavoro e le forze sociali".

L'infrastruttura viaria
"Il correlato della politica industriale è l'impegno per una moderna infrastruttura viaria tirrenica – ha aggiunto Rossi, riguardo al terzo punto su cui ha impostato il suo discorso - che ci faccia recuperare velocità e modernità. I Macchiaioli dipingevano le vacche di Coltano, molto belle, ma gli impressionisti francesi negli stessi anni dipingevano la metropolitana. Per questo "Cristo non si può fermare a Fonteblanda". Abbiamo bisogno di quattro corsie da Fonteblanda e Tarquinia, senza alterare il contesto ambientale e paesaggistico, ma dando a tutti i cittadini toscani un'opportunità di movimento e di velocità. Una strada moderna agevola il turismo e l'attrazione di investimenti, consentendo al comparto agroindustriale di Grosseto una via di sbocco. Allo stesso modo Livorno dovrebbe diventare un porto strategico per Roma. Se riusciamo a fare sistema e a confrontarci in modo maturo e serio potremo farcela, guardando oltre il 'particolare' immediato".

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