Partecipa a GrossetoOggi.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Artigiani di oggi: la storia di Paolo Martini, sarto di professione

Il gruppo giovani di Confartigianato Grosseto si allarga

Condividi su:

GROSSETO - I mestieri del passato sono anche quelli del futuro. L’Italia è il primo Paese europeo per numero di occupati nel settore manifatturiero in micro e piccole imprese fino a 20 addetti (39,1%), davanti a Spagna (31,1%), Francia (20,6%), Regno Unito (17,2%) e Germania (14,8%). La produzione manifatturiera artigiana interpreta in modo originale l’abbinamento di materiali e tecnologie, con lavorazioni a regola d’arte che garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, grazie al talento delle risorse umane. Anche in Maremma non mancano le eccellenze, pure tra i giovani artigiani. E’ il caso di Paolo Martini, 31 anni: diplomato nel 2006 in design della moda al Polimoda di Firenze, una delle migliori scuole di moda d’Europa, ha deciso di aprire un’azienda tutta sua. “Sono un libero professionista dal 2007 – racconta Paolo Martini – e fino al 2012 ho svolto soprattutto il lavoro di stilista disegnatore, collaborando con un ufficio stile pratese specializzato in maglieria. Ho contribuito a progettare collezioni donna e uomo per marchi italiani anche molto noti, come Patrizia Pepe, Dekker, Appartamento 50 e altri. A marzo 2012 ho deciso di mettere a frutto le competenze tecniche che ho acquisito negli anni di studio e lavoro nel mondo della moda aprendo il mio atelier a Grosseto, in via dell'Unione 25: Fleurs atelier”. Ecco di che cosa si occupa: “Nel mio laboratorio – continua Paolo – creo per i miei clienti capi unici su misura, sia maschili che femminili, fornendo la scelta sia nel taglio, studiato assieme al cliente per soddisfare le sue esigenze e poi presentato sotto forma di vari bozzetti, e sia nel tessuto, che l’acquirente può scegliere tra una ricca gamma dai campionari a disposizione in atelier. La lavorazione è prettamente artigianale con ampio utilizzo di cuciture fatte a mano, come quella delle asole, che caratterizzano e rendono speciale l'abito su misura. Attraverso una serie di prove il modello viene messo a punto per calzare perfettamente e soddisfare ogni desiderio del cliente. Naturalmente le varie prove e la lavorazione manuale rendono più lunghi i tempi di realizzazione di ogni capo rispetto a uno confezionato, ma sono convinto che il risultato di un abito cucito su misura sarà difficilmente raggiunto con uno ready-to-wear”. Paolo è consapevole della particolarità del proprio lavoro: “Purtroppo la mia è una delle professioni che stanno un po’ sparendo, soppiantate dalla velocità e dalla vasta scelta (anche low cost) della confezione. Le nuove generazioni, soprattutto, faticano un po' a capire il valore del lavoro artigianale, mentre molti dei clienti sono perlopiù abituati a servirsi del sarto. Fortunatamente negli ultimi tempi sembra ci sia un'inversione di tendenza, direi soprattutto nell'ambito della cerimonia, e si vedono anche i più giovani iniziare a frequentare le botteghe dei sarti per un abito speciale su misura. Il mio intento è proprio questo: far comprendere anche ai miei coetanei la bellezza e l'importanza di vestire capi artigianali, che durano nel tempo e ci accompagnano per svariate stagioni, con la possibilità anche di aggiustamenti e variazioni che solo in sartoria sono possibili”. Paolo Martini fa parte del gruppo Giovani di Confartigianato Imprese Grosseto. “Da una ricerca realizzata dal Censis su incarico di Confartigianato – spiega il segretario generale di Grosseto, Mauro Ciani – emerge che a tenere lontani molti giovani dall’artigianato contribuisce una certa immagine stereotipata. Pensando a un artigiano, il 40% dei giovani italiani intervistati raffigura una persona anziana e solo il 9% un coetaneo. Poco più del 21% dei giovani coglie appieno le potenzialità di crescita professionale offerte dal lavoro artigiano. Eppure dallo stesso studio emerge come l’80% dei giovanissimi tra i 16 e i 18 anni coltivi passioni che sono fortemente legate al mondo artigiano: l’informatica (31%), la cucina (21,5%), la fotografia (19%), la ceramica (14%), il trucco e l’estetica (13%), i piccoli lavori di riparazione di impianti e motori (12,5%). La nostra associazione a livello locale può contare su un gruppo di giovani imprenditori che, in molti casi, hanno fatto dell’artigianato la loro professione ricevendo il supporto dei nostri tecnici e dei nostri uffici e creando reti di impresa per favorire lo sviluppo delle aziende. Bisogna continuare su questa strada”.

Condividi su:

Seguici su Facebook