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Dritti alla Meta: "Perchè diciamo no alla pista ciclabile sulle Mura"

Il punto dopo l'incontro di questa mattina al Caffè Carducci

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GROSSETO - Dopo l'incontro con il Comune di giovedì 22 gennaio con l'assessore Monaci, non essendo emerse risposte soddisfacenti alle nostre diverse perplessità, abbiamo pensato di dare al consiglio comunale la possibilità di riflettere sull'imminente realizzazione del percorso ciclopedonale sulle Mura Medicee.

La pista misurerà 1900 m e sarà un anello tronco ricco di curve a gomito e passaggi difficoltosi che di certo non favoriranno la scelta promiscua.

I dubbi di Dritti alla Meta vertono su diversi ambiti:
1) Non esiste un piano generale di sviluppo delle Mura, la ciclopedonale non risolverà né i problemi di frequentazione, né quelli della sicurezza, né tanto meno quelli della manutenzione e pulizia... anzi!
2) L'art 88 del regolamento comunale (norme tecniche d'attuazione, come da relazione tecnica esecutiva del progetto) prevede uno sviluppo culturale, sociale, sportivo, verde pubblico attrezzato ecc. per il bene comune. Attività che dovrebbero riqualificare le Mura promuovendo iniziative e attraendo pedoni sulle stesse. Peccato che con la scelta di un percorso ciclopedonale (promiscuo) il decreto ministeriale 557/99 vincoli il traffico e la destinazione dell'area:
"traffico pedonale ridotto ed assenza di attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali, insediamenti ad alta densità abitativa, ecc." (art. 4 comma 5/b)
Avendo noi fornito un piano che prevede la messa in sicurezza, la pavimentazione, ma soprattutto lo sviluppo commerciale e la gestione del complesso Murario siamo fortemente contrari ad iniziative che vanno in senso opposto. Il nostro scopo è di mettere a "utile" le Mura trasformando ciò che ora è un problema in una risorsa!
3) Altro problema, trascurato dal progetto, è la pericolosità dei parapetti (non a norma) che hanno, fino adora, costituito un perenne freno all'organizzazione di eventi sulle Mura. (nel nostro progetto era fornita anche una soluzione)
4) L'abbattimento delle barriere architettoniche non è considerato in quanto non sono previste rampe o altri accessi per i disabili.
5) La scelta dei materiali, a nostro giudizio, non si può definire né funzionale, né ecologica, perché, anche se opportunamente trattato, trattasi in ogni caso di conglomerato bituminoso (asfalto), che, come si può ben vedere altrove, è soggetto a lesionamenti ed assestamenti che, in strutture già esistenti, hanno causato distacchi del materiale con continui rattoppi ecc. (il passaggio delle varie utenze sarebbe poi altra fonte di "taglia e cuci"). Il rischio che la copertura scelta faccia la fine delle altre piste o strade di Grosseto è più che una mera ipotesi.

La nostra proposta prevedeva una pavimentazione in blocchetti riposizionabili su letto di sabbia per un prezzo leggermente inferiore.

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