GROSSETO- E’ davvero importante la decisione del Governo di bloccare in tutto il territorio nazionale dal 20 gennaio la caccia alle tre specie migratrici tordo bottaccio, cesena e beccaccia dichiara il WWF Italia, decisione del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio che arriva in applicazione della direttiva europea 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici, che vieta la caccia in tutta Europa nei periodi delicati per la fauna selvatica, come la nidificazione e la riproduzione: ”Tenuto conto che già nella seconda decade di gennaio è in corso la cosiddetta “migrazione pre-nuziale” che precede la nidificazione e considerato che in numerose regioni italiane risulta a tutt’oggi possibile cacciare queste specie migratrici fino al 31 gennaio, il Ministero dell’ambiente ha già da tempo sollecitato le regioni ad adeguarsi ai tempi richiesti dall’Unione europea ma non tutte le regioni hanno dato seguito al sollecito”.
Le Regioni italiane ben sapevano quando hanno approvato i calendari venatori di essere fuorilegge nei confronti dell’Europa e , soprattutto, dei principi scientifici di conservazione e tutela della fauna selvatica.
Le Regioni che si sono quindi adeguate, anche se tardivamente, non hanno fatto altro che rispettare le regole ed evitare all’Italia l’ennesima procedura di infrazione in materia di caccia. Quelle che continuano a violare le Direttive europee, nonostante i solleciti del Ministro dell’ambiente che il WWF ringrazia, saranno ritenute responsabili per i danni causati alle specie cacciate illegalmente dal 21 al 31 gennaio (giorno di chiusura della stagione venatoria).
Sarebbe stato necessario un atteggiamento maggiormente responsabile e collaborativo da parte delle Regioni, in particolare di quelle che hanno detto no al Governo (Liguria, Toscana, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Marche), che ben ha fatto a ricorrere ai poteri sostitutivi.
Il WWF auspica che tutte le Regioni abbiano già da ieri approvato e pubblicato i provvedimenti urgenti per anticipare la chiusura alle tre specie e che non ricorrano (come sta succedendo in alcuni casi) a trucchetti burocratici per ritardare il blocco della caccia. In questi casi il WWF non potrà che ricorrere alle denunce presso le opportune sedi, anche europee.