GROSSETO - “Il Governo ha preparato un bel regalo di Natale per gli agricoltori italiani. Invece di sgravi fiscali e sostegno è arrivata un'altra patrimoniale che colpisce i beni che rappresentano il fondamento del nostro lavoro come i terreni, già peraltro tassati a reddito agrario e dominicale, e nonostante la Maremma sia stata interessata da due eventi alluvionali cataclismatici e alle imprese agricole non sia arrivato un centesimo, eccetto pochi spiccioli dalla Regione Toscana”. E’ questo il primo commento del presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ribadisce – “L'Imu agricola, una tassa che abbiamo avversato da sempre e contro la quale si è condotta in passato una durissima battaglia a tutti i livelli, è stata introdotta con una decisione unilaterale del Governo, in quanto ritenuta indispensabile per reperire risorse tese al finanziamento del bonus da 80 euro”. “Vi è l’evidenza di un clamoroso errore – continua Vivarelli - perché il decreto che prevede l’applicazione dell’Imu sui terreni agricoli nelle zone montane al di sotto dei 600metri di altitudine, è stato pubblicato dal Dipartimento delle Finanze solo il 28 novembre. E’ paradossale e assurdo che una imposta, la cui applicazione arriva a pochi giorni dalla scadenza, non tenga conto delle difficoltà di un territorio e si tassi un terreno solo basandosi sul criterio altimetrico. Come la mettiamo con le zone colpite da una serie infinita di eventi alluvionali come quelle di Albinia, Follonica o Castiglione della Pescaia? Forse sarebbe utile – propone il presidente di Confagricoltura Grosseto - prevedere delle esenzioni di imposta totali per queste aree o trovare altre forme compensative, visto e considerato che i terreni alluvionati sono fortemente compromessi per lo svolgimento di qualsiasi attività agricola. Prendiamo atto della disponibilità da parte del Governo in funzione del fatto che ha accolto le richieste presentate dalla nostra associazione per quello che riguarda la sospensione, non fiscalizzazione come auspicabile, dei tributi per i comuni colpiti da eventi alluvionali anche recenti”. Ma Confagricoltura si spinge oltre e propone una strada alternativa. “Intanto – aggiunge Vivarelli – , pur giudicando questa imposta iniqua e ingiusta, è fondamentale rimandarne i termini di pagamento al 15 di giugno e riconosciamo su questo che il Governo ci ha dato ascolto, permettendoci di discutere con esso tutto l’impianto normativo legato alla tassa, dimostrandone la non correttezza e fautrice solo di ulteriori difficoltà per le imprese agricole. Se pensiamo di farle ripartire ipertassandone l’attività - conclude – abbiamo perso il lume della ragione”. L’unica cosa certa è che se le richieste confagricole non fossero state accolte, anche per gli agricoltori maremmani, si sarebbe profilato un Natale di forte austerity visto che la tassa andava versata, entro il 16 dicembre, in una unica soluzione e non rateizzata, in contrasto con quanto prevedono le norme a tutela del contribuente basate sul principio secondo cui il pagamento non può avvenire prima di 60 giorni dalla entrata in vigore della legge.