GROSSETO - Nella serata di sabato 15 novembre, alle ore 22.00 circa, giungevano in sala operativa della Polizia numerose telefonate di richiesta d'intervento per un presunto tentativo di suicidio in corso in un palazzo della città . Subito una volante veniva inviata sul posto dove, effettivamente, gli operatori vedevano una anziana signora ferma su un balcone al terzo piano con lo sguardo fisso nel vuoto. La donna non parlava e non si muoveva, né rispondeva al marito affacciato ad una finestra dell'appartamento né ai vicini di casa, che dal terrazzo accanto provavano a stabilire un contatto con lei. Quindi la pattuglia provava ad interloquire sia con la donna che con l'uomo, che alternava momenti di silenzio a frasi sconnesse, riuscendo alla fine a convincerlo a rientrare in casa e ad aprire la porta. Quindi un poliziotto saliva precipitosamente per le scale ed entrava in casa, dove nel frattempo giungeva anche personale del "118", mentre l'altro continuava a parlare con la signora per cercare di tranquillizzarla. Unitamente ai sanitari, i poliziotti tentavano di instaurare un dialogo con l'anziana donna, ma questa continuava nel proprio silenzio. Dopo alcuni lunghi, interminabili minuti, al fine di scongiurare un prevedibile, repentino, tragico epilogo della vicenda, avendo l'agente osservato fra le antine che la porta finestra era aperta e che la persiana era stata fermata solo con un laccio e con un tenditoio fissato a contrasto, prima che accadesse l'irreparabile decideva di dare una spallata alle ante: queste si aprivano di quel tanto che bastava ad introdurre un braccio, afferrare la donna, disincastrare lo stendino con un piede e ad entrare completamente sul terrazzo. Quindi, insieme ad un infermiere del 118, il poliziotto cercava di tranquillizzare la donna che, in evidente stato di agitazione, veniva fatta sedere su una sedia. A questo punto, liberatasi dalle proprie angosce, l'anziana iniziava a parlare e raccontava di essere esausta a causa delle cattive condizioni di salute del marito. I due coniugi ottantenni venivano pertanto accompagnati dal personale sanitario presso il pronto soccorso per le necessarie cure.