Concordia: il presidente Marras commenta la decisione del Cdm

"Non condividiamo né scelta né motivazioni, ma collaboreremo sul piano istituzionale"

01/07/2014
Attualità
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GROSSETO - La Provincia di Grosseto rispetta la decisione del Consiglio dei ministri di trasferire il relitto della Concordia nel porto di Genova. Ciò detto, ribadisco che questa scelta non corrisponde alle nostre richieste, che erano state avanzate sulla base di rischi che non valutati come avremmo voluto. Il tragitto più breve che portava al porto di Piombino, infatti, sarebbe stato più sicuro.

Da questa vicenda ho ricavato un’impressione netta, che è motivo di rammarico: i poteri pubblici hanno abdicato alla propria missione. Avrebbero dovuto imporre le soluzioni al gruppo Costa in nome della tutela del bene comune, invece di assecondarne ogni intenzione. Sin dall’inizio gli Enti territoriali - Comune, Provincia e Regione in testa - hanno sostenuto il peso della rappresentanza degli interessi collettivi a fronte di un evento di portata planetaria, mentre i vari Governi sono stati sempre molto timidi. Ricordo, ad esempio, che il commissario governativo è stato mandato solo 8 giorni dopo il naufragio,  e che dalle delegazioni internazionali ai giornali di tutto il mondo, all'identificazione dei dispersi, è stato seguito da qui: dall'Isola e dalla sala operativa della Provincia.
A questo punto, la priorità è allontanare il prima possibile quella nave dal Giglio, e noi saremo ligi ai nostri doveri istituzionali. Facendo quel che dobbiamo per allontanare la Concordia, allontaneremo anche i “gufi” che speculeranno sul trasferimento del relitto. A partire magari da quegli “ambientalisti” che finora non hanno mosso un dito, ma che con ogni probabilità saranno in prima fila ad invocare il disastro ambientale imminente, seguendo la rotta del relitto per Genova.
Chiudo questa riflessione con un ringraziamento che ritengo doveroso. Alla popolazione del Giglio che è stata la prima a farsi carico dell’emergenza, e ai tecnici dell'Osservatorio guidato dalla dottoressa Sargentoni, e per noi della Provincia dall'ingegner Luschi. Dirigenti pubblici senza orario che si sono assunti grandi responsabilità, non derogando mai ai propri doveri rispetto al loro impiego ordinario».

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