Sanità: il punto di vista di Cgil e Cisl Grosseto

"Il vero problema è la gestione della riorganizzazione aziendale"

08/02/2014
Attualità
Condividi su:

GROSSETO - «Cgil e Cisl confederali e le rispettive categorie della Funzione Pubblica ritengono che non siano quelli oggetto degli interventi di questi giorni parte di Sindacati, forze politiche ed amministratori i veri probldemi della nostra sanità. Ma che continui a mancare, come già più volte abbiamo denunciato, un confronto reale sulle politiche sanitarie territoriali.

Al di là delle buone intenzioni, la denuncia di difetti e mancanze della nostra sanità si sta trasformando sugli organi di stampa, e conseguentemente nell’informazione all'opinione pubblica, in un giudizio totalmente negativo sul sistema sanitario pubblico (caos sanità, malasanità, ecc...), senza distinguere tra vertici aziendali ed operatori sanitari che rimangono i più esposti alle critiche, dal momento che il cittadino che accede ai servizi della Usl non si relaziona certo con direttori e primari.

Questo non significa che tutto va bene, anzi: al di là dei numeri dei posti letto e dei risultati della Usl 9 nelle valutazioni regionali, che possono essere in linea con medie e risultati regionali e nazionali, rimane il fatto che tra i dipendenti è diffuso il malessere ed il senso di frustrazione per come sono organizzati i servizi, mentre gli utenti si trovano spesso insoddisfatti delle risposte che ricevono.

Questo pensiamo dipenda dai limiti della riorganizzazione dettata dall'Assessorato regionale e sposata dalla direzione aziendale, che pur rispondendo ai parametri numerici ed agli obiettivi di bilancio, mostra limiti nella capacità di risposta ai bisogni del territorio.

Tutta la riorganizzazione centrata sulla appropriatezza dei ricoveri in ospedale e sulla riduzione dei posti letto, fallisce se mancano le risposte alternative della sanità territoriale. Gli strumenti della sanità di iniziativa, infatti, non sono ancora stati resi operativi (dal ruolo dei medici di medicina generale alle case della salute) ed è forse per questo che i picchi di influenza continuano ad intasare pronto soccorso e ospedale.

Si è detto che l'organizzazione per intensità di cura vede nell'infermiere la figura professionale chiave, ma nelle politiche di assunzione non si riscontriamo segnali conseguenti, pur nella ristrettezza dei numeri consentiti dai limiti alla spesa del personale.

Anche nella centralizzazione dei laboratori di analisi vediamo forti limiti, con un ricorso a prestazioni da laboratori di altre Aziende che incrementano le spese di trasporto, e che a nostro avviso potrebbero non rendere così vantaggiosa tutta l'operazione.

Rimangono infine i problemi legati alla classificazione degli ospedali rispetto al bacino degli utenti, che non tiene conto delle dimensioni e delle infrastrutture del territorio in cui questi utenti vivono, e mantiene incertezza sul futuro dell'integrazione dei servizi socio sanitari e socio assistenziali dopo la fine certa (?) delle Società della Salute.

Il recente protocollo di intesa sottoscritto dal Cgil, Cisl e Uil con la regione Toscana afferma che la concertazione e la contrattazione deve diventare pratica costante ed obbligatoria. A questo punto ne esigiamo il rispetto».

Leggi altre notizie su GrossetoOggi.net
Condividi su: