Cgil risponde a Bizzarri: "Le nostre camere del lavoro affollate di gente non dei “mi piace” di fb"

Continua il botta e risposta con il sindaco di Scarlino

15/01/2014
Attualità
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GROSSETO - "Non rientrerebbe nelle nostre priorità di organizzazione sindacale disquisire sulla passione per facebook o per le battute di “toscanaccio e renziano” del sindaco Bizzarri, ma le puntualizzazioni “da sindaco” rivolte nei confronti del sindacato, invitano ad alcune considerazioni". Inizia così il secondo round del botta e risposta tra il sindaco di Scarlino Maurizio Bizzarri e la Cgil di Grosseto, partito da quella battuta scritta su Facebook, che il sindaco ha definito ironica, su Chrysler e Camusso.
"Forse, come lui stesso sostiene - prosegue il comunicato di Cgil -, la Cgil è poco elastica e poco spiritosa. Tuttavia continuiamo a ritenere che il nostro mestiere non sia intrattenere con battute le folle virtuali ma tutelare le persone reali. Il fatto che in questi anni, in ambiti e ruoli diversi, in molti abbiano messo le due attività sullo stesso piano, non ci convince che sia la cosa giusta da fare.
Pertanto, criticare la Cgil e Susanna Camusso è sempre lecito, diremmo tutelato dalla Costituzione. Scambiare la critica con il dileggio e il battutismo, ci è parso e ci continua a sembrare una mancanza di rispetto che, se reiterata nel tempo, apparirebbe come una manifestazione della sindrome di Peter Pan.
Ad ogni buon conto, le parole del sindaco Bizzarri a questo proposito sono state più che esaustive. Ognuno è in grado di giudicare, e tanto ci basta.
Alle sue recriminazioni sulla presunta incapacità della Cgil di rappresentare i problemi dei lavoratori, però, merita rispondere seriamente. Perché, a nostro avviso, le argomentazioni del sindaco di Scarlino costituiscono la summa del qualunquismo ideologico di marca neoliberista che in questi anni ha legittimato l’arretramento del mondo del lavoro, la perdita di potere d’acquisto dei salari e l’impoverimento del ceto medio. Colpevole designato: il sindacato. Non la subordinazione della politica al pensiero unico liberista, né la finanziarizzazione dell’economia. Ovviamente.
Siamo anche sorpresi di apprendere che il sindaco Bizzarri si è messo in proprio, surrogando addirittura le Camere del Lavoro.
La Cgil di Grosseto, più modestamente, continua a stare nei propri ranghi, cercando di fare quel che le compete, come organizzare in categoria le Nuove identità lavorative (precari ed atipici). Oppure aprire 8 sportelli di micro credito per aiutare lavoratori in difficoltà, ma anche contribuire a portare in questo territorio imprenditori seri che stanno creando posti di lavoro "buono". Nel frattempo abbiamo incrementato la contrattazione e sottoscritto migliaia di accordi, non solo difensivi, misurandoci quotidianamente non con il fantastico mondo che ci piacerebbe, ma con la nuova condizione data. Perché il contesto non si può scegliere e sappiamo bene che quello che saremo domani, anche come sindacato, dipenderà molto da quello che saremo in grado di mettere in campo oggi.
Abbiamo chiuso il 2013 con oltre 500 iscritti in più sull'anno precedente, ed i risultati di solito non li porta la piena dell'Ombrone, come si dice noi toscanacci maremmani. Siamo così concretamente proiettati nella sfida del cambiamento rendendo protagonista la nostra gente, che alle elezioni della Rsu di Sei Toscana abbiamo ottenuto il 76% dei consensi dei lavoratori, sul 90% dei 1000 che avevano diritto al voto. Forse perché ne interpretiamo i bisogni, diversamente da quel che il sindaco Bizzarri pensa.
Certo, non ci piace l’idea molto “moderna” che un muratore a 67 anni debba continuare ad arrampicarsi su un’impalcatura, perché pensiamo dovrebbe godersi una meritata pensione. Siamo così obsoleti da ritenere che diritti e sicurezza abbiano ancora un valore, e che le tasse dovrebbero pagarle tutti, perché così si pagherebbero meno. E per di più ci sembra immorale che un manager guadagni in un anno 7,4 milioni di euro e abbia una residenza più o meno fittizia in Svizzera per non pagarci nemmeno le tasse.
La Cgil non sarà né fast né smart, e neppure al top perché preferisce un piano per il lavoro, anche se si misurerà seriamente e senza pregiudizi sul merito del job act. Se Bizzarri ci viene a trovare, però, si accorgerà che le nostre camere del lavoro sono poco frequentate dai “mi piace” e molto dalle persone in carne e ossa. Quelle che di fronte alla crisi vengono a cercarci perché sanno di trovare qualcosa di più solido della battuta di un Nerd (Nobody Ever Really Dies).
Comunque per noi la "vicenda Bizzarri" finisce qui. Anche se tutti quanti spippoliamo in Facebook, non posteremo una canzone per lui ma gli facciamo sinceri auguri di buon lavoro. Ne abbiamo tutti quanti bisogno".

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