GROSSETO - Banche che difficilmente fanno credito: una realtà con cui si scontrano ogni giorno imprese e cittadini che si trovano con le spalle al muro. Ma attenzione, di fronte a questa presa di posizione e a cavilli inseriti in contratti che sembrano vantaggiosi , chi tiene il coltello dalla parte del manico non è l’istituto bancario ma il cliente. Facciamo quindi un passo indietro per comprendere meglio come si è evoluta la normativa al riguardo.
“A settembre 2008 prima della tanto fantomatica crisi – dichiara Andrea Fantacci, consulente dal 2012 SDL Centrostudi, - le imprese italiane avevano ottenuto dalle banche 62 miliardi di nuovi prestiti. Cinque anni dopo, nello stesso mese, “appena” 30 miliardi. Stiamo parlando di credit crunch. Una “morsa del credito”, che si è instaurata come un circolo vizioso tra le banche che si prestano reciprocamente soldi a tassi irrisori. Tassi che lievitano in modo eccezionale nel caso in cui il prestito sia invece destinato alle aziende o ai cittadini.
Molti istituti bancari si dimenticano infatti di essere semplici banche commerciali e preferiscono fare investimenti, non destinati all’attività creditizia locale che per anni è stata un fattore trainante dell’economia nazionale. Oggi – prosegue Fantacci - le banche scelgono di investire i finanziamenti a tassi irrisori, ottenuti dalla Bce, in titoli di stato italiani e spagnoli, che al momento garantiscono il miglior rapporto rischio/rendimento, anziché prestare soldi alle aziende, che in un contesto così turbolento sono decisamente soggetti più rischiosi”.
Ma che cosa può fare un imprenditore? “Per prima cosa – precisa Fantacci - dovrebbe fare chiarezza sui costi dei rapporti con gli istituti di credito. E’ innegabile che spesso, dietro a una semplice rinegoziazione o un aumento degli affidamenti, possa nascondersi la chiave di volta.
Le imprese meritevoli dovrebbero sedersi con l’ottica di contrattare con un fornitore di moneta e non con un “partner commerciale”: non dimentichiamoci infatti che le aziende sono clienti per l’istituto e che la banca non fa certo beneficienza. Dietro le tipiche forme di finanziamento, come una semplice apertura in credito in c/c, possono nascondersi anomalie che fanno pendere l’ago della bilancia a favore degli istituti di credito, mettendo le aziende in una posizione di inferiorità e di bisogno”.
E la giurisprudenza, fortunatamente, non è stata ferma a guardare. La Corte di cassazione, a ottobre 2013, con la sentenza 350, ha stabilito che si intende per usurari tutti gli interessi, tra cui quelli moratori o convenuti a qualsiasi titolo, che superano il limite stabilito dalla legge.
“Non importa se l’impresa o il cittadino sono stati insolventi o ritardatari: la norma punisce l’intenzione dell’istituto e si adatta perfettamente a tutti i contratti di mutuo. La corte di appello di Venezia 342/2013 stabilisce inoltre che l’applicazione di quanto detto sopra riguardi tutte le obbligazioni e non solo i mutui, per cui potrà essere richiesta la restituzione degli interessi pagati e l’annullamento dei pagamenti futuri”.
“A settembre 2008 prima della tanto fantomatica crisi – dichiara Andrea Fantacci, consulente dal 2012 SDL Centrostudi, - le imprese italiane avevano ottenuto dalle banche 62 miliardi di nuovi prestiti. Cinque anni dopo, nello stesso mese, “appena” 30 miliardi. Stiamo parlando di credit crunch. Una “morsa del credito”, che si è instaurata come un circolo vizioso tra le banche che si prestano reciprocamente soldi a tassi irrisori. Tassi che lievitano in modo eccezionale nel caso in cui il prestito sia invece destinato alle aziende o ai cittadini.
Molti istituti bancari si dimenticano infatti di essere semplici banche commerciali e preferiscono fare investimenti, non destinati all’attività creditizia locale che per anni è stata un fattore trainante dell’economia nazionale. Oggi – prosegue Fantacci - le banche scelgono di investire i finanziamenti a tassi irrisori, ottenuti dalla Bce, in titoli di stato italiani e spagnoli, che al momento garantiscono il miglior rapporto rischio/rendimento, anziché prestare soldi alle aziende, che in un contesto così turbolento sono decisamente soggetti più rischiosi”.
Ma che cosa può fare un imprenditore? “Per prima cosa – precisa Fantacci - dovrebbe fare chiarezza sui costi dei rapporti con gli istituti di credito. E’ innegabile che spesso, dietro a una semplice rinegoziazione o un aumento degli affidamenti, possa nascondersi la chiave di volta.
Le imprese meritevoli dovrebbero sedersi con l’ottica di contrattare con un fornitore di moneta e non con un “partner commerciale”: non dimentichiamoci infatti che le aziende sono clienti per l’istituto e che la banca non fa certo beneficienza. Dietro le tipiche forme di finanziamento, come una semplice apertura in credito in c/c, possono nascondersi anomalie che fanno pendere l’ago della bilancia a favore degli istituti di credito, mettendo le aziende in una posizione di inferiorità e di bisogno”.
E la giurisprudenza, fortunatamente, non è stata ferma a guardare. La Corte di cassazione, a ottobre 2013, con la sentenza 350, ha stabilito che si intende per usurari tutti gli interessi, tra cui quelli moratori o convenuti a qualsiasi titolo, che superano il limite stabilito dalla legge.
“Non importa se l’impresa o il cittadino sono stati insolventi o ritardatari: la norma punisce l’intenzione dell’istituto e si adatta perfettamente a tutti i contratti di mutuo. La corte di appello di Venezia 342/2013 stabilisce inoltre che l’applicazione di quanto detto sopra riguardi tutte le obbligazioni e non solo i mutui, per cui potrà essere richiesta la restituzione degli interessi pagati e l’annullamento dei pagamenti futuri”.
In quest’ultimo caso, per poter far valere i propri diritti, basterà infatti prendere il proprio contratto di mutuo ipotecario e sommare al classico tasso di ammortamento il differenziale, o tasso di mora, per calcolare il costo totale da confrontare con il tasso soglia rilevato trimestralmente dal Ministro dell’economia e delle finanze. Se quest’ultimo fosse inferiore, secondo l’articolo 1815 del codice civile, si potrà richiedere la resa degli interessi pagati e l’annullamento degli interessi futuri.
LA STORIA DI SDL CENTROSTUDI SRL
La società Sdl Centrostudi nasce a Brescia dalla fusione sinergica di consulenti, avvocati e commercialisti nel chiaro intento di tutelare ogni singolo cliente dalla scarsa trasparenza del sistema bancario.
La lunga marcia in questo settore inizia con i suoi fondatori: Serafino Di Loreto e Stefano Pigolotti. Visto l’enorme successo ottenuto in questi anni da Profassociati, che opera anche in Maremma, ad ottobre 2013 Sdl Centrostudi estende il proprio campo di azione fino alla provincia di Grosseto, autorizzando Profassoaciati ad operare come Data Entry indipendente ed autonomo. La struttura ad oggi vanta più di 40 collaboratori tra cui commercialisti ed avvocati e copre una vastissima area della regione Toscana tra Pisa e Grosseto.
Sul Data Entry SDL è possibile visitare il sito www.profassociati.it sezione professionisti ed aree – Verifica anomalie finanziarie.
In un anno SDL centrostudi ha analizzato più di 28 mila rapporti finanziari. Dal solo mese di ottobre Profassociati ha gestito 100 rapporti finanziari. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il dottor Andrea Fantacci via mail al seguente indirizzo di posta elettronica andrea.fantacci@sdlcentrostudi.it o telefonando al numero 349 5865943.
La lunga marcia in questo settore inizia con i suoi fondatori: Serafino Di Loreto e Stefano Pigolotti. Visto l’enorme successo ottenuto in questi anni da Profassociati, che opera anche in Maremma, ad ottobre 2013 Sdl Centrostudi estende il proprio campo di azione fino alla provincia di Grosseto, autorizzando Profassoaciati ad operare come Data Entry indipendente ed autonomo. La struttura ad oggi vanta più di 40 collaboratori tra cui commercialisti ed avvocati e copre una vastissima area della regione Toscana tra Pisa e Grosseto.
Sul Data Entry SDL è possibile visitare il sito www.profassociati.it sezione professionisti ed aree – Verifica anomalie finanziarie.
In un anno SDL centrostudi ha analizzato più di 28 mila rapporti finanziari. Dal solo mese di ottobre Profassociati ha gestito 100 rapporti finanziari. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il dottor Andrea Fantacci via mail al seguente indirizzo di posta elettronica andrea.fantacci@sdlcentrostudi.it o telefonando al numero 349 5865943.