Il ricordo del volontario

“Uno spettacolo allucinante, rischiai il fuori strada mentre la guardavo. Non credevo ai miei occhi”

Daniele Del Casino
13/01/2014
Attualità
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Isola del Giglio – A due anni esatti dalla sciagura della nave Costa Concordia c'è ancora chi rivive intensamente quella notte, che ha cambiato la sua vita e quella degli abitanti dell'isola. Mauro è un gigliese ed è anche volontario della Vigilanza Anticendi Boschivi, la prima associazione di volontariato che intervenne durante il naufragio, come per molti giorni successivi alla tragedia, e oggi ha accettato di raccontarci la sua esperienza con la Costa Concordia. “Abito a Campese, quella sera mi sentii chiamare dalla Capitaneria, che mi chiese di recarmi con urgenza al porto per partire con il nostro gommone d'altura, non ero nuovo a queste cose perchè nel corso degli anni avevo effettuato diversi interventi di soccorso in mare, ho pensato ad una barca in difficoltà, dato che non mi avevano detto cosa si trattava al telefono”. Mauro prese il suo quad e percorse la strada che separa Campese da Giglio Porto, non immaginando cosa di lì a poco avrebbe visto: “appena ho passato la collina mi sono trovato davanti alla strada la Costa Concordia, mi è quasi preso un accidente e stavo per uscire di strada, tanta era stata la sorpresa – racconta Mauro - quando sono arrivato al porto la nave era ancora dritta e la serata, per il meteo, stava agevolando le operazioni di salvataggio”. Di lì a poco però la situazione peggiorerà in breve tempo, con la nave che incomincia a inclinarsi, fino al black out, con il buio che inghiotte la Concordia e il mare del Giglio. “E' stato il panico. Le scialuppe non potevano più essere calate, la paura si è impadronita dei naufraghi, abbiamo comiciato a recuperare quante più persone possibili, vedendo che molte approdavano al vicino “scoglio della gabbionara” - continua Mauro – fortunatamente riuscimmo a contattare il proprietario della roccia, che ci permise di forzare il cancello che collegava lo scoglio alla terraferma”. L'operazione permise di mettere in salvo decine di naufraghi da terra, che altrimenti sarebbero stati soccorsi via mare, trasportati poi con i mezzi più disparati dal popolo gigliese, che dette prova di grande umanità quella notte. I soccorsi proseguirono fino alle 4,30 del mattino, Mauro aveva intuito però che il lavoro non era finito: “l'Autorità Portuale mi fece chiamare, avevano bisogno di noi per pattugliare gli scogli di fronte alla sciagura, alla ricerca di superstiti, 6 miglia insieme ai marinai della Capitaneria con scarsa illuminazione, fino al Caporosso, controllammo la costa nella speranza di trovare qualcuno, dall'acqua emergeva di tutto ma non udimmo niente né vedemmo corpi – prosegue – la stanchezza stava montando, una ricerca davvero difficile”. La ricerca proseguirà per 3 ore e consentirà alla Capitaneria di escludere che eventuali naufraghi si trovassero fuori della nave, potendo concentrare i soccorsi sulla Concordia. I successivi giorni per Mauro e gli altri volontari della VAB sono stati davvero lunghi, chiamati a supportare, grazie alla loro esperienza e dotazioni, le operazioni di soccorso che si sono poi susseguite. Un esempio di coraggio e abnegazione per tutto l'associazionismo volontario che oggi è stato ricordato, insieme al naufragio della Costa Concordia.

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