Cia su predatori: "Basta con false demagogie! Servono interventi seri e urgenti"

Il presidente Enrico Rabazzi scrive una lettera aperta

03/01/2014
Attualità
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GROSSETO - Dopo gli eventi di questi ultimi giorni in tema di predazione e i vari interventi a mezzo stampa e non di Lav Grosseto il presidente di Cia Grosseto Enrico Rabazzi interviene sulla questione. "Ritengo che sia giunto il momento come presidente della Confederazione italiana agricoltori di Grosseto di esprimere alcune considerazioni sul fenomeno, anche se c’eravamo imposti di non parlare più degli attacchi quotidiani della Lav al settore ovicaprino per non crearne troppa visibilità; ma ciò che è accaduto in questi ultimi venti giorni non può sottacere alcune considerazioni.
Inoltre vedere gli animalisti in piazza contro il Presidente della Provincia Marras e il dottor Madrucci, responsabile veterinario dell’Asl di Grosseto, ci impone di prendere una posizione. E quella della Cia è molto semplice: la Cia sta con Marras e Madrucci, a cui va tutta la nostra solidarietà.
Dai quotidiani si apprende che negli ultimi giorni sono state ritrovate sei carcasse di lupi o presunti uccisi nella Maremma. Se tale atto non è legittimo e quindi da condannare, la
prima domanda che ci poniamo è come mai la gente sia costretta a fare giustizia da sola, sicuramente per una carenza dello Stato che non riesce a dare risposte adeguate
al fenomeno della predazione dei greggi. Perché se escludiamo la buona volontà degli attori locali cui va un sentito ringraziamento, nulla è stato fatto dal 1994 a oggi, anno in cui si sono verificati i primi episodi di tale fenomeno.
Come Presidente della Cia di Grosseto, chiedo alla politica di assumere posizioni chiare, come hanno fatto la Provincia e l’Asl, pur esponendosi a critiche. In verità diversi sindaci si sono espressi sulla stessa lunghezza d’onda e a tal proposito chiederemo ai sindaci di convocare un consiglio comunale aperto alle organizzazioni professionali e agli allevatori del comune, in cui sia discusso il problema e presa una posizione dall’amministrazione locale. Rivolgo un invito alla politica nazionale: prima di parlare delle proprie emozioni come
hanno fatto i famosi tredici senatori in riferimento alla risoluzione della Commissione agricoltura, che si documentino su cosa ci sia effettivamente dietro questo fenomeno. Vale a dire un’economia che è messa a rischio, allevatori esasperati più dagli attacchi alle greggi che dalla crisi economica. Si sta mettendo a rischio un territorio dal punto di vista ambientale ormai indirizzato verso l’abbandono con gravi conseguenze dal punto di vista idrogeologico.
Altra riflessione sui cani ibridi e randagi, come giustamente ha affermato il dottor Madrucci, è che la legge 281 non ha dato i risultati attesi ed è legittimo porsi il dilemma se sia
giusto proseguire su questo percorso o no, per evitare di buttare via risorse importanti. Credo che la crisi nazionale, ancor prima di essere una crisi economica, rappresenti una crisi di valori, di senso della misura ormai perso, di estremismi, di deriva del buon senso; e allora tutto ciò porta a mettere in secondo piano il lavoro nobile dei pastori rispetto a un ibrido o lupo che sia.
Si attacca sul web l’opinione di “Caterina”, la ragazza che vive in condizioni difficili dovute dalle sue malattie, sulla ricerca e la sperimentazione; e allora ciò che provocatoriamente voglio dichiarare è che se la sperimentazione non possa essere fatta su alcuna specie animale, potremmo addirittura avviarla sulle persone, magari proprio quelle che sul web hanno augurato la morte a Caterina. Permettetemi, ma sono profondamente indignato e disgustato: se questo è il pensiero maggioritario di questo Paese, credo che si stia perdendo la bussola. Se invece rimane l’opinione di pochi, come mi voglio augurare, allora questi pochi soggetti devono essere isolati.
Come Confederazione siamo rispettosi anche di posizioni contrarie alla nostra, ma ugualmente esigiamo rispetto per le nostre idee e per il lavoro prezioso dei pastori. Nella vita esiste una scala di valori e di priorità; per primo va posta la vita umana, dopo tutto il resto. Talvolta fare delle scelte può sembrare duro, ma è tanto più assurdo continuare a spendere milioni di euro per i randagi. E’ comprensibile il sentimento per i cani abbandonati, ma non lo è per gli ibridi che rappresentano una minaccia, sia per il lupo sia per le pecore, che una volta catturati e mantenuti a vita in gabbie,mai nessuno adotterà.
Consentitemi un’ultima riflessione, e più esattamente un invito rivolto a tutti i cittadini ed istituzioni a rileggere la rassegna stampa su questo fenomeno degli ultimi anni e saranno evidenti delle enormi contraddizioni. Fino a poco tempo fa gli animalisti della Lav, e non solo, affermavano che gli attacchi erano dei cani dei pastori o dei cacciatori abbandonati e, se così fosse stato, noi chiedemmo la possibilità di andare a catturarli. Poi si scopre con il tempo che a far danno sono anche gli ibridi, oggi si trovano le carcasse e si afferma che siano lupi. Ma non si diceva che i lupi non c’erano ed esistevano solo nelle favole? Forse la loro consistenza è sottostimata e la presenza di lupi e ibridi è molto più alta di ciò che
era affermato in passato e una prova lo è lo studio presentato ad Arcidosso giorni fa sul progetto Ibriwolf.
Concludendo, vorrei affermare che dobbiamo attribuire la giusta dimensione alle cose e ai fatti e dobbiamo urgentemente porre fine a questo massacro delle greggi. Ci auguriamo che in seguito si ponga maggiore attenzione ai problemi nella sua sostanza e si avvalorino meno alcuni politici o associazioni che non sono direttamente danneggiati dal fenomeno.
Forse l’unica soluzione rimane quella di mettere una tassa di scopo a tutti i cittadini (poiché in Italia vanno di moda) a favore del lupo o ibrido, così che quando va a mangiare nei nostri ovili lo si lasci fare, ma non con i soldi solo e sempre degli agricoltori, così non alleveremo più per il mercato, ma solo per alimentare questi animali.
L’auspicio della Confederazione italiana agricoltori di Grosseto è quello di trovare soluzioni rigide in tempi brevi e si faccia ciò che non si è fatto in venti anni. Infine, riguardo all’invito ai consumatori a boicottare i prodotti provenienti dai nostri territori, complimenti a chi l’ha formulato. E’ il modo giusto per dire andiamocene tutti da qualche altra parte; quanti vivono di agricoltura si trovino un altro lavoro. E gli altri?".

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