Lav Grosseto: "La caccia è una fonte del randagismo"

"Dovrebbe essere istituita una tassa sui fucili da caccia"

14/12/2013
Attualità
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GROSSETO - Prosegue la polemica tra Asl e Lav sulla questione del randagismo: Giacomo Bottinelli, responsabile Lav Grosseto, esprime le sue perplessità sull'intervento del presidente della provincia di Grosseto Leonardo Marras. "Nel difendere la Asl e le sue proposte di soppressione dei cani randagi ,Leonardo Marras cita il piano provinciale randagismo stilato nell’ambito del progetto Ibriwolf. Dimentica di dire però che proprio il piano individua la caccia, la pastorizia e il mancato controllo della riproduzione tra le principali fonti del randagismo stesso.

Si possono individuare in generale – si legge nel Piano - quattro potenziali fonti di provenienza dei cani ad alimentare il fenomeno del randagismo: cani legati alla pastorizia e liberi di vagare sul territorio; cani legati all’attività venatoria, perduti o abbandonati a causa della loro scarsa “efficienza”; cani abbandonati; la riproduzione non controllata dei cani vaganti (padronali, randagi e inselvatichiti).

L’abbandono – si legge ancora nel Piano - vale “non solo per gli animali da compagnia (sia adulti che le nuove cucciolate indesiderate), ma anche per quelli da reddito qualora, per vecchiaia o cause accidentali, non riescano più a garantire al proprietario quelle prestazioni che ne garantivano il possesso (ad esempio cagne fattrici con problemi di fertilità, cani da caccia con aspettative disattese, cani in vendita o da esposizione che abbiano riportato severi difetti fisici o estetici).

Prima di inneggiare alla strage Marras dovrebbe quindi pensare a controllare la categorie che solitamente difende come cacciatori e allevatori e a fare in modo che le sterilizzazioni siano incentivate per evitare riproduzioni non controllate. Perché anzi, non tassare da subito i cacciatori e gli allevatori in modo da compensare il danno economico che causano con l’abbandono o lo smarrimento dei loro cani?”

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