L'intervento di Vivarelli sulla questione delle stragi sugli ovini: queste le parole del presidente di Confagricoltura Grosseto.
“Gli attacchi alle greggi sono un problema politico sociale e gli allevatori sono esausti e rischiano di trasformarsi per autodifesa, in autori di gesti anche inconsulti.” Dopo l’ennesima strage di pecore in Maremma, il presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, pone una seria riflessione sui percorsi da intraprendere richiamando la politica a un diverso approccio alla questione. “La predazione degli ovini in realtà non è solo un problema di normative comunitarie – spiega Vivarelli Colonna – perché le scappatoie esistono nei regolamenti, come dimostrano i paesi Ue (Francia, Spagna, Germania e Norvegia) ed extra ( Svizzera), che in presenza di problematiche di questo tipo, adottano tranquillamente politiche di abbattimento selettivo fino all’ottenimento di un numero bilanciato di predatori che garantisca la biodiversità e l’equilibrio ecoambientale, senza minimamente mettere al repentaglio la sopravvivenza della eventuale specie protetta del caso. E’ notizia di oggi – aggiunge – che Oltralpe il ministro dell’Agricoltura ha annunciato l’inizio della caccia al lupo nelle regioni al confine con il Piemonte, svolta da cacciatori “addestrati”.” Secondo il presidente di Confagricoltura Grosseto, il problema è specificatamente e tipicamente italiano.
“Siamo un popolo di bigotti e di idealisti, moralisti e integralisti al limite del ridicolo. Per queste lobby che purtroppo – rincara la dose – hanno il supporto di una certa politica, essendo più consistenti di quella micro degli allevatori, che presidia i territori marginali e garantisce l’equilibrio idrogeologico, limitando il rischio di smottamenti e frane e depauperazioni territoriali, oltre che fornire un prodotto altamente qualitativo, di nicchia, in grado, internazionalizzato, di far conoscere l’Italia benevolmente nel mondo. Questi animalisti, invece, per i quali la vita di un singolo lupo conta molto di più di quella di centinaia di pecore, di predatori e di famiglie, dovrebbero farsi un esame di coscienza e studiare prima di essere autori di affermazioni assertorie e categoriche, al limite del ridicolo. Nessuno vuole annientare il lupo, né i cani randagi o gli ibridi. Si vuole semplicemente tentare di creare un equilibrio proficuo per l’ambiente e l’attività dei pastori che Confagricoltura quotidianamente tutela in ogni occasione e in ogni direzione. Le direttive preventive adottate e auspicate dalla Comunità Europea, compreso il progetto Ibriwolf e Medwolf, hanno dimostrato, per la particolarità della provincia di Grosseto (caratterizzata da un scarsa antropizzazione e una grande estensione), di essere totalmente inefficaci nel limitare la propagazione dell’attività predatoria che, anzi, dimostra ogni giorno, ogni mese e ogni anno, di assumere sempre di più caratteristiche devastanti e annichilenti l’attività d’impresa degli allevatori ovini, nonché bovini.
”In pieno accordo con il presidente della Provincia, Leonardo Marras, il presidente Vivarelli Colonna, assecondando il pensiero espresso dal presidente della Commissione agricoltura alla Camera, Luca Sani, auspica infine misure straordinarie e nuove, serie e pragmatiche perché “gli allevatori – chiude - sono esausti e rischiano di trasformarsi, per autodifesa, in autori di gesti anche inconsulti, facendo assumere alla cosa caratteristiche di pericolosità sociale.” Intanto, Confagricoltura nell’occasione delle riunione della commissione tecnica Ambiente della Federazione Toscana, ha deciso lo studio di una forma di tutela nei confronti degli allevatori colpiti dagli attacchi di lupi, che potrebbe portare a una possibile richiesta di risarcimento danni attraverso la promozione di una class action contro i vari livelli istituzionali di responsabilità.