GROSSETO - Oggi i lavoratori della filiale della Banca d'Italia di Grosseto scioperano per le prime quattro ore del turno, per protestare contro la scelta di chiudere la sede grossetana dell'istituto.
Fisac Cgil, Fiba Cisl, Falbi Confsal e Uilca Uil – sottolineano i segretari provinciali dei bancari maremmani – non condividono affatto l'idea di chiudere la sede grossetana di Bankitalia. A Grosseto lavorano attualmente 17 persone che garantiscono servizi essenziali al sistema economico locale, e allo stesso tempo costituiscono un irrinunciabile presidio contro criminalità e illegalità.
Secondo quanto prevede Bankitalia, i 17 dipendenti di Grosseto sarebbero trasferiti a Livorno e Firenze, le uniche due sedi a rimanere aperte in Toscana, oppure sarebbero prepensionati. Alle 33 Filiali chiuse nel 2007, così, se ne aggiungerebbero altre 22 in tutta Italia.
Le funzioni svolte attualmente dai lavoratori di Bankitalia sul territorio sono molte: dagli incassi e versamenti in tesoreria dello Stato all'emissione e pagamento di vaglia cambiari, cambio banconote e monete,
verifica delle banconote sospette di falsità, fino all'accesso ai dati della centrale dei rischi e di allarme interbancario, agli esposti di anomalia per operazioni e servizi bancari/finanziari o agli arbitrati bancari e finanziari.
Abbandonare il territorio da parte di Bankitalia risponde solo a logiche di tipo "politico" e non trova alcuna giustificazione dal punto di vista tecnico. Basta guardare a ciò che avviene in Francia, dove la Banca centrale ha varato un piano che al 2020 prevede 115 filiali permanenti, organizzate intorno a 95 succursali, 10 agenzie satelliti e 10 sportelli di prossimità; rapporti con la clientela in 196 città francesi e un organico tra 4200 e 4600 unità. È evidente, infatti, che anche nel caso di un'ulteriore perdita di ruolo delle banche centrali nazionali a vantaggio della Bce, in futuro saranno tanto più strategiche le sedi territoriale per consentire un efficiente funzionamento del sistema dei controlli bancari.
Il sindacato non è chiuso in una difesa corporativa e acritica dell'esistente, tutt'altro. Il nostro obiettivo è migliorare i servizi resi a cittadini e imprese, e per farlo siamo convinti che bisogna introdurre cambiamento e innovazione. Non semplicemente smantellare i presidi territoriali, come purtroppo sta avvenendo per altri servizi pubblici, dalle poste ai trasporti.