GROSSETO - "Il prospettato piano di chiusura di 63 uffici postali in tutta la Toscana da parte di Poste Italiane è l'ennesimo attacco ad un servizio essenziale per migliaia di cittadini. La presenza capillare di uffici postali in tutta la nostra regione, anche in comuni montani e difficilmente accessibili è di fondamentale importanza soprattutto per la popolazione anziana e per tutti gli utenti deboli. Chiediamo alla al Ministro dello Sviluppo Economico e alla Regione Toscana di attivarsi affinchè l'azienda, a intero capitale pubblico, ritorni sui propri passi e riveda una decisione che non può essere dettata da logiche meramente aziendalistiche".
Lo affermano Giuseppe Brogi, coordinatore SEL Toscana, e Marco Sabatini, coordinatore SEL Grosseto, provincia maggiormente penalizzata dal nuovo piano industriale.
"Non vogliamo pensare di essere di fronte all'ennesimo frutto amaro delle larghe intese - proseguono - visto il rumoroso silenzio di Luisa Todini, messa a capo di Poste Italiane da Matteo Renzi dopo un passato da europarlamentare di Forza Italia. Vogliamo immaginare ed auspichiamo che quanto prima ci sia una presa di posizione critica tanto da parte del Governo quanto dal Partito Democratico, che pare avallare l'idea di trasformare quest'azienda pubblica secondo un modello proprio dei grandi gruppi bancari".
"Troviamo gravissime, inoltre, le modalità con cui i tagli sono stati presentati alle parti sociali, senza margini di trattativa e senza dialogo - concludono - Per questo SEL sosterrà tutte le azioni intraprese a tutti i livelli contro questo piano industriale che priva il nostro territorio di presidi importantissimi e penalizza aree già povere di servizi essenziali. Prima le persone, poi il profitto: questa ci aspetteremmo che fosse la strategia alla base delle scelte di un'azienda pubblica e con i conti in ordine quale è Poste Italiane".