Emergenza Maremma - Legambiente: “puntare subito sui contratti di fiume per combattere il rischio idrogeologico”

Il disboscamento, l’urbanizzazione e l’abbandono dei terreni agricoli tra le cause principali dell’aumento del rischio idraulico in Maremma

16/12/2014
Attualità
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GROSSETO - Taglio degli alberi, disboscamento, urbanizzazione e abbandono dell’agricoltura aumentano fortemente il rischio idraulico nel nostro territorio. Bisogna favorire un rapporto propositivo tra il fiume Ombrone, la Maremma e i maremmani attraverso percorsi divulgativi, sentieri ciclabili ed escursionistici, oltre alla ristrutturazione del centro di canottaggio di Istia che funge da legame tra la frazione e il fiume.

“Ribadiamo con forza – spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - l’importanza dei contratti di fiume, soprattutto per l’Albegna e l’Ombrone, quali strumenti di partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e interessati alla gestione del sistema fluviale. I frequenti disboscamenti a monte, la cementificazione e l’abbandono dei terreni agricoli, oltre alla mancanza di cura e manutenzione dei corsi d’acqua, hanno favorito il moltiplicarsi di conseguenze negative ed esondazioni dei corsi fluviali. La manutenzione del territorio è infatti la più grande opera pubblica che deve essere realizzata nel nostro paese, e proprio per questo è necessario un approccio non solamente tecnico ed idraulico nella programmazione degli interventi da attuare, ma un punto di vista più completo che tenga conto anche degli aspetti naturalistici e ambientali”.

Legambiente chiede che vengano realizzati percorsi didattici divulgativi, sentieri di conoscenza del fiume e itinerari ciclabili che valorizzino il ruolo, la storia e il pregevole ecosistema rappresentato dal fiume Ombrone. Tutto questo a partite dal Diversivo, da Ponte Tura, dal Ponte sull’Ombrone nel Parco della Maremma e dai percorsi ciclabili ed escursionistici su alcuni tratti dell’argine, che diano modo ai cittadini di vivere maggiormente il fiume favorendo le attività sportive all’aria aperta e la didattica naturalistica.

In questo contesto diventa fondamentale anche il recupero del Centro di canottaggio di Istia d’Ombrone, in evidente stato di abbandono e di degrado, che potrebbe invece avere una funzione strategica come punto di riferimento nel rapporto con il fiume, oltre alle attività legate alla canoa.

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