L'Isgrec, con la collaborazione di Comune e Provincia di Grosseto, e Regione Toscana organizza un importante convegno dal titolo "Concilio vaticano II, storia testimonianze, esperienze".
L'iniziativa si terrà venerdì 12 aprile, dalle 9 alle 18 e 30, nella sala Pegaso del Palazzo della Provincia, in piazza Dante Alighieri 35, a Grosseto.
Il convegno promette un fitto dialogo tra storici della Chiesa, tra cui Daniele Menozzi, Giovanni Miccoli, Adriana Valerio, e protagonisti/testimoni di esperienze, tra cui Enzo Capitani e Fabrizio Valletti.
Non sono frequenti le occasioni in cui sia data la possibilità di riflettere e discutere di questioni religiose al di fuori delle iniziative promosse dalle religioni stesse, dalle varie chiese, movimenti o sette.
In questo convegno l'ISGREC propone di osservare uno dei più importanti avvenimenti religiosi degli ultimi secoli, il Concilio ecumenico vaticano II, da un punto di vista laico.
Laicità non significa però indifferenza o neutralità . Significa anzi disponibilità a farsi coinvolgere con spirito critico nelle problematiche che quell'assemblea di vescovi cattolici lasciò emergere, consapevoli dell'importanza che essa ebbe non solo all'interno della chiesa cattolica, ma anche per le altre chiese cristiane e le altre religioni.
La ricorrenza del cinquantenario ci fa tornare a quel clima di speranza, di impegno sociale, di desiderio di cambiamento che coinvolse milioni di giovani e interi popoli, rispetto ai quali la Chiesa cattolica scelse allora di essere solidale, anziché ergersi a difesa, com'era stato fino ad allora suo costume. In seguito, per molti anni, il Concilio è stato quasi dimenticato dai cattolici stessi.
Sappiamo del resto che varie tendenze anti-conciliari si sono diffuse ben oltre gli ambiti ristretti e minoritari degli ultra conservatori del tipo di Mons. Lefebvre, i quali per altro da principio furono oggetto di scomunica e più di recente di una quasi benevola attenzione. Forse molti hanno pensato che tutto ciò fosse trascurabile di fronte alle folle osannanti che per molti anni hanno occupato la scena. Altri si sono dibattuti a lungo nell'incertezza se il Concilio avesse significato innovazione o, al contrario, continuità . Infine è arrivato un Papa nuovo e da molte parti ci si chiede ora se la tela che il Concilio aveva cominciato a tessere possa essere ripresa e ricollocata sul telaio.
Il convegno era stato pensato prima che Ratzinger, con il gesto - questo sì indubbiamente innovativo - delle dimissioni, avesse aperto questa nuova possibilità . Alla luce degli ultimi avvenimenti il tema del convegno è più che mai attuale. Si parlerà , è vero, di un avvenimento lontano: una storia di papi, vescovi e teologi, ma saranno presentate anche testimonianze di base, esperienze di solidarietà concreta, di condivisione con le situazioni di emarginazione, di sofferenza e di lotta.
Queste esperienze, ispirate dal Concilio oltre che dal Vangelo cristiano, interpellano la coscienza di tutti, perché la miseria, l'ingiustizia, la guerra, le offese agli equilibri naturali, anziché attenuarsi, sono ancora ben presenti e c'è bisogno di forti segnali di speranza per contrastarle. Le religioni non possono tirarsi indietro o, peggio, aggravare la situazione. La chiesa cattolica, a cinquant'anni dal Concilio, è forse di nuovo a una svolta. È presto per dire quale direzione imboccherà , ma è bene, laicamente, cominciare a chiedercelo e cercare di capire.
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